Questa ricerca intende considerare il potenziale della conservazione della memoria locale, attraverso un progetto di ricerca interdisciplinare focalizzato sullo studio di edifici medievali e le relative connessioni territoriali nella regione della Vayots Dzor. Più precisamente localizzato nel caso studio del Monastero di Arates, si pongono le basi per recuperare un patrimonio culturale che potrebbe diventare in futuro, un'occasione di sviluppo per il paese. Le campagne di rilievo condotte hanno permesso di realizzare degli elaborati grafici che documentino lo stato attuale della struttura in stato di rovina. Quindi, attraverso questo materiale, si strutturano due tipi di linee di studio: una sviluppata dal punto di vista progettuale legata alle connessioni interdisciplinari tra vari settori di indagine che lavorano per creare nuove soluzioni progettuali tra territorio e architettura. L'altra strutturata dal punto di vista sociale, con l'utilizzo di nuove tecnologie divulgative come video e realtà virtuale, in modo da permettere una lettura più comprensibile e universale. Lo scopo è quello di sviluppare nuove strategie di incremento gestionale e funzionale delle strutture architettoniche rivitalizzando il patrimonio storico territoriale architettonico armeno.Parole chiave eredità culturale, valorizzazione, divulgazione, nuove tecnologie di divulgazione, rivitalizzazione.
Negli ultimi anni la realtà museale sta mutando ed evolvendo in funzione di una nuova visione e fruizione del museo. Si cercano linguaggi sempre più attrattivi e inclusivi, in grado di comunicare e allo stesso tempo educare, e tali da trasmettere un'esperienza unica nel suo genere. Questa ricerca è legata saldamente allo sviluppo tecnologico che permette sia la digitalizzazione dei reperti, con strumenti in grado di raggiungere risultati di grande accuratezza e precisione, che la successiva valorizzazione, offrendo nuove interazioni tra visitatore e museo. Per approfondire questo dialogo viene affrontato il caso studio sperimentale della rappresentazione olografica: dalla creazione del contenuto, alla realizzazione della struttura di una vetrina informativa, applicata all'interno di DhoMus, progetto che si configura come una ricerca interdisciplinare che vede la collaborazione tra Università, Museo e professionisti. Il video olografico diventa una forma di comunicazione dinamica che permette di creare una sequenza di immagini e parole in cui i reperti, dal dettaglio al contesto, sono analizzati ed inseriti in una trama paratattica di un raccolto culturale.
La realtà museale, riflesso dei cambiamenti culturali che attraversano la storia di una società e del suo sviluppo, si struttura oggi in un'istituzione in costante divenire e nell'assidua riformulazione dei confini della sua identità. Essa si riconosce nella vocazione di 'luogo della memoria' in cui raccogliere e tramandare le testimonianze materiali e immateriali di un passato più o meno remoto che porta messaggi per uno che è ancora prossimo. Un compito questo che trova il suo compimento nella ricerca e nella costruzione di un dialogo vivo e attivo tra ciò che era, ciò che è e ciò che sarà. Il museo contemporaneo si appresta oggi ad interrogarsi su quali siano le risposte tecnologiche che corrispondono, nel miglior modo, all'intento, di non facile soluzione, di coniugare la dimensione del bene esposto con quella del suo fruitore. Il presente contributo illustra un progetto di musealizzazione, in corso di sviluppo, che vede coinvolti in una collaborazione strategica l'Università e le strutture museali di piccoli centri periferici della regione Toscana. Il progetto denominato DHoMus si propone in tale contesto, attraverso la ricerca applicata, di impiegare le tecnologie più avanzate per le elaborazioni digitali, al fine di promuovere la valorizzazione delle strutture museali e la loro fruibilità da parte di un pubblico più ampio.
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