Tibial plateau fractures represent an important chapter in traumatology, as they can produce joint and soft tissue damage. From 1999 to 2015, we treated 349 patients. The Schatzker classification was used to classify the lesion type. Tibial plateau fractures belonging to II, IV, V, and VI types were ostesynthetized by External Fixation (EF). We assessed the clinical outcome using the HOHL-LUCK table, whereas the radiological assessment was performed using Bernischke's criteria. In most cases, we obtained good results and plateau fractures (80%) were reduced using a minimally invasive technique, respecting the damaged soft tissue, and leading to earlier mobilization and better recovery of the range of motion. Our study demonstrated that EF allows us to obtain excellent result by guaranteeing anatomical reduction of the articular surface, fragment stabilization and earlier mobilization. For this reason, EF represents a valuable method in the synthesis of complex tibial plateau fractures. Pubblicato online: 24 giugno 2015 © Springer-Verlag Italia 2015
IntroduzioneLe fratture del piatto tibiale sono spesso causate da un trauma ad elevata energia che danneggia sia le parti molli che la funzione articolare del ginocchio. Queste fratture, per la loro peculiare biomeccanica e per gli esiti che danno, necessitano di un trattamento adeguato. Pertanto, il ruolo del mezzo di sintesi scelto dev'essere di ripristinare la superficie articolare in modo più anatomico possibile per raggiungere un ottimale recupero biomeccanico; di conseguenza, vanno evitati interventi a minima che possono portare solo al fallimento della sintesi o alla perdita della riduzione [1]. Gli obiettivi dell'osteosintesi sono molteplici: il rispetto dei tessuti molli danneggiati, prevenire la sindrome compartimentale, preferire la stabilizzazione primaria della frattura ricercando il più possibile la riduzione dei frammenti, ottenere la consolidazione ossea per assicurare la stabilizzazione secondaria; infine, la stabilità meccanica deve permettere la mobilizzazione immediata postoperatoria del ginocchio [2]. La strategia del nostro trattamento deve: ridurre l'incongruenza articolare, non tollerare alterazioni assiali superiori ai 5°[3], non danneggiare con una chirurgia invasiva la vascolarizzazione locale e mantenere, con la mobilizzazione articolare precoce, una sufficiente lubrificazione articolare. Le fratture del piatto tibiale possono presentare delle insidie, spesso responsabili di insuccesso, che vanno affrontate e risolte; le cause di insuccesso sono legate a diverse variabili correlate al paziente, al tipo di frattura, all'entità del danno e alla scelta chirurgica. Fra queste cause citiamo il meccanismo di lesione, l'età del paziente, la rottura delle strutture capsulo-legamentose, una residua instabilità posteriore del ginocchio [4,5], la riduzione insufficiente del frammento posterolaterale o posteromediale, il riassorbimento osseo secondario all'innesto impiantato, la devascolarizzazione dei frammenti ossei, la mancata chiusura dei tessuti mo...