La sessualità eterosessuale maschile, rispetto a quella femminile, rimane in Italia un tema ancora relativamente inesplorato, nonostante negli ultimi anni nelle scienze sociali si siano registrati alcuni contributi che affrontano il nodo dell'intersezione tra genere e sessualità anche sul fronte della costruzione della maschilità ( Le ragioni di questa invisibilità possono essere ricondotte alla doppia posizione di privilegio e di potere nelle gerarchie di genere (maschile vs femminile) e di sessualità (eterosessualità vs omosessualità) (Bertone 2011; Bertone e Ferrero Camoletto 2011).Uno dei processi attraverso cui tale invisibilità viene riprodotta, e sostenuta, è la naturalizzazione delle identità e delle relazioni di genere, e della sessualità eterosessuale come una delle arene di pratiche in cui tali identità vengono espresse. Se il genere si riproduce attraverso la partecipazione ad una comunità di pratiche (Paetcher 2003a(Paetcher , 2003b, alcune di esse risultano essere più marginali e periferiche, altre più centrali nel "fare genere" (West e Zimmerman 1987). Le pratiche corporee riproducono il genere incorporandolo, e in questo modo lo naturalizzano e lo inseriscono, all'interno delle routine della vita quotidiana, nel dato per scontato che sostiene la visione di senso comune di una "sostanzialità" del genere stesso.La maschilità, nella pluralità delle sue forme, si riproduce attraverso la sua traduzione in pratiche corporee: come ricorda Connell, a livello di senso comune, «nella maggioranza dei casi si ritiene che la vera maschilità * Ricercatrice in Sociologia dei processi culturali presso il