Negli anni '50-'60 Pepidemiologia psichiatrica ricevette un forte impulso, in seguito alia dimostrazione dell'alta frequenza dei disturbi psichiatrici, sia a livello di comunita che tra i pazienti afferenti ai medici di base (Shepherd et ah, 1966; Goldberg & Black well, 1970), tra i quali si riscontra una prevalenza di morbilita psichiatrica che si aggira tra il 25% e il 35% (Skuse & Williams, 1984).Con l'adozione dei criteri diagnostici operazionali (in primis Research Diagnostic Criteria e criteri del DSM-III) si ebbe il cosiddetto «Rinascimento della epidemiologia», che vide il fiorire di diversi studi di popolazione su larga scala: lo studio di New Haven del 1975 -76 (Weissman et al., 1978, la National Survey del 1979(Uhlenhuth et al., 1983, e poi il piu noto studio ECA (Epidemiologic Catchment Area), che coinvolge alcune citta americane , a cui seguirono varie altre ricerche in varie parti del mondo. Caratteristiche di studio peculiari furono adottate a Zurigo e a Monaco, dove fu adottata una metodologia di indagine epidemiologica prospettica. Ai primi anni '90, infine, risalgono le prime collaborazioni internazionali, che hanno permesso l'esecuzione di studi epidemiologici transculturali (Cross-National Collaborative Study).Elemento comune di tutti questi studi e stato quello di ribadire e amplificare ulteriormente il dato, gia segnalato negli anni '50, di una altissima prevalenza delle patologie legate ad ansia e depressione.Indirizzo per la corrispondenza: Professor C. Faravelli, Dipartimento di Scienze Neurologiche e Psichiatriche, viale Morgagni85, 50134 Firenze.Fax ( + 39) 055-4222.599 Disturbi dell'umore La tabella I mostra i tassi di prevalenza dei disturbi depressivi «pre-DSM-III», dove si possono rilevare le consistenti differenze tra gli studi che hanno utilizzato registri medici rispetto a quelli che si sono basati su indagini di comunita, sostanziando cosi il concetto di iceberg della depressione.Le tabelle II, III e IV riassumono i valori riportati dagli studi di popolazione che hanno utilizzato criteri diagnostici operazionali. Considerando la variabilita intrinseca agli studi epidemiologici si pu6 notare una sostanziale omogeneita di risultati, almeno nei Paesi di cultura occidentale (Canada, Nuova Zelanda, Monaco, Parigi, Firenze), con valori medi di prevalenza lievemente piu bassi negli Stati Uniti. Rilevanti differenze si notano invece tra luoghi di cultura differente: valori massimi a Beirut, dove lo studio e stato effettuato durante il periodo bellico, e minimi a Taiwan. SulPorigine di tali differenze si possono fare diverse ipotesi, soprattutto relative ai diversi substrati socio-storico-culturali dei Paesi, ma studi piu approfonditi sono necessari per stabilire con piu sicurezza la validita delle stesse.Gli altissimi tassi di prevalenza dei disturbi dell'umore registrati negli ultimi anni inducono a prendere in considerazione alcuni problemi nosografici. Nonostante che le recenti classificazioni stabiliscano criteri piu rigorosi nella definizione della depressione maggiore, il dub...