Le aule giudiziarie sono diventate il nuovo campo di battaglia nella lotta all’emergenza climatica, anche in risposta alle misure insufficienti adottate a livello legislativo. Un numero sempre più elevato di ricorsi è stato presentato dinanzi alle corti nazionali e internazionali, invocando la violazione dei diritti umani fondamentali con l’intento di incentivare l’azione degli Stati. L’articolo propone un’analisi delle cosiddette strategic climate litigation in Europa. In particolare, la comparazione dei contenziosi climatici emersi nei Paesi Bassi, in Francia, in Gran Bretagna, in Germania e in Italia permette di comprendere l’importante ruolo da essi svolto nel colmare le lacune di governance emerse a livello nazionale, regionale e internazionale. Dalle tecniche messe in atto sia dai ricorrenti che dai giudici si evince una tendenza alla circolarità di concetti capace di generare un effetto propulsivo e uniformante.
Courtrooms have become the new battleground in the fight against the climate emergency, also in response to insufficient legislative measures. An increasing number of appeals have been brought before national and international courts, invoking the violation of fundamental human rights with the intention of encouraging the action of States. The article analyses the so-called strategic climate litigations in Europe. In particular, the comparison of climate litigations in the Netherlands, France, Great Britain, Germany and Italy makes it possible to understand the important role they have played in filling the governance gaps that have emerged at national, regional and international level. The techniques employed by both the applicants and the judges show a tendency to the circularity of concepts capable of generating a propulsive and homogenizing effect.