allargata e i determinanti dell'aderenza sono considerati essere non solo le caratteristiche del paziente ma anche, e giustamente, i fattori sociali ed economici, il sistema di cura, oltre che le caratteristiche della malattia e il tipo di trattamento. Le attuali traiettorie della ricerca sulla aderenza finiscono così per comporre una mappa molto più complessa e molto meno centralizzata di quanto fosse nei primi anni ed il modello da convergente sta diventando divergente [2].Ma allora? Perché nonostante tutta questa indiscutibile mole di approfondimenti degli ultimi anni, l'aderenza dei pazienti alle terapie farmacologiche rimane un qualcosa che sembra meriti sempre ancora un ulteriore approfondimento teorico, un'altra descrizione più accurata, prima di cominciare a compiere davvero un'azione concreta sul singolo paziente? E non si rischia che tutto questo studiare e parlare finisca di prendere il posto del fare e cioè che alla fine, anche in buona fede, si abbia la sensazione di stare intervenendo davvero per migliorare l'aderenza, mentre la si sta solo descrivendo un po' di più e un po' più in là?È appena stato pubblicato un interessante lavoro che indaga su quanto spazio diano i giornali (quotidiani sia inglesi che americani) ad un tema, come l'aderenza terapeutica, così centrale e di tale impatto sulla salute pubblica. È stata condotta un'analisi di contenuto degli articoli comparsi nel periodo 2004-2011, utilizzando come parole chiave "adherence or compliance or concordance and drug or medic or treatment". L'aderenza ai trattamenti non è risultata essere un argomento oggetto di attenzione frequente: dei complessivi 10.000 articoli presi in esame solo 400 circa affrontavano l'argomento e solo il 16% di questi era focalizzato sull'aderenza [3]. Questo sembra sottolineare una sorta di autoreferenzialità della comunità scientifica che quando dibatte di aderenza finisce un po' per parlarsi addosso, presentando dati e modelli anche suggestivi e complessi ma senza riuscire a coinvolgere davvero il mondo reale, i singoli medici responsabili della prescrizione e i singoli pazienti e i loro familiari, e quindi anche tutti noi nella vita vera, nei nostri ospedali, nelle nostre case. Nel mondo reale la mancanza di aderenza quindi, rimane un fattore di rischio significativo ma nascosto e il fenomeno, nella sua complessità, continua ad essere un "rumore di fondo" [4] a cui dopo un po' non si fa nemmeno più tanto caso, perché si sa già come va a finire e cioè da nessuna parte.
Come parliamo di aderenzaSe si presta attenzione a come l'aderenza viene sempre più rappresentata negli studi scientifici e in letteratura, si può comprendere perché essa rimane "qualcosa di cui parlare" e perché non riesce a fare davvero presa nella pratica e nella realtà quotidiana.È stato importante, per esempio, che la ricerca sulle cause della mancata aderenza abbia allargato la prospettiva, in modo da non essere centrata, come era all'inizio, solo sul paziente. Ma i 200 fattori che oggi vengono citati come in grado di influenzare l'aderenza [5...