Design, Heritage e cultura digitale

Abstract

With the digital transformation, the exponential increase in the number of tools and types of support with which human expressions can be created and transmitted brings with it new cultural paradigms that feed creative productions and vice versa, giving rise to new questions regarding how Heritage “works”, what it “does” and what it “serves”. This is the general context in which the research project described in this book is set, and the convergence that has been created over time between technologies, cultural heritage, and design, which today seem to implement a triangulation in which each vertex favors the relationship between the other two, opening up new and interesting research perspectives to explore.

Icelandic Farmhouses

“…In this case, the total cost of a timber house was 2265,64 kr., making it three to five times more expensive than the renovation of an ordinary turf farm. 14 In this context only a few houses were planned to be rebuilt in stone, lime, or concrete. Stonemasonry had been quite extensively adopted by Danish masons for the construction of public buildings since the mid-eighteenth century, such as the Viðeyjarstofa, designed by Royal architect Nicolai Eigtved (1701-54) and built as the residence of Skúli Magnússon in 1753-55 (Finsen, and Hiort 1978;Þorsteinn Gunnarsson 1997;Hörður Ágústsson 2000, 271-83).…”

“…Furthermore, since the early 1920s, print sources from the European traditionalist debate had slowly started appearing in the catalogue of the National Library. It is important to mention the presence of four texts by Hermann Muthesius (1861Muthesius ( -1927: Das englische Haus (first published in 1904), 14 Die Bedeutung der Gartenstadtbewegung (1914), 15 Kleinhaus und Kleinsiedlung (1918) and Kann ich auch jetzt noch mein Haus bauen? (1920).…”

Firenze nella prima metà dell’Ottocento

“…Le operazioni di rilevamento e quelle di classificazione e stima, alle quali sovrintendono tre ingegneri francesi, uno per dipartimento, hanno inizio nel 1810 e proseguono fino alla dissoluzione dello Stato napoleonico, nel 1814. A Firenze, in particolare, le misurazioni risultano in corso nel 1813 14 , ma non è chiaro quando vengano iniziate, né se siano portate a termine. Certamente è delineato l'impianto complessivo del rilievo, che comprende la delimitazione dei confini e la suddivisione del territorio in sezioni 15 .…”

“…L'analisi dei documenti effettuata costituisce solo un primo approccio a un fondo consistente e articolato, che già solo dalla lettura degli inventari lascia presagire, per la sua corposa essenza, l'imponente Se ai francesi andava annoverato il merito di aver dato nuovo impulso alla realizzazione e al rinnovamento degli estimi 13 , e di aver ripreso i lavori per la costituzione di un catasto geometrico particellare secondo nuove regole, occorre precisare che le operazioni non erano state avviate in modo omogeneo in tutto il Granducato 14 . I lavori di catastazione erano infatti stati intrapresi solo in alcune comunità, e là dove erano stati cominciati non sempre erano stati conclusi.…”

“…Ebbe la deputazione tutti i documenti lasciati dai Francesi, in parte estraendoli dall'Archivio del Soprassindaco ov'eran depositati, in parte recuperandoli da Parigi». 14 Biagioli, Analisi di alcune fonti… 1987, pp. 63-66.…”