“…Tutt'oggi gli archeologi dibattono sulla loro funzione tendendo a inquadrarli prevalentemente come linee di demarcazione tra "cantoni" in grado di dividere il RA Giuseppe Sanna territorio in diversi ambiti di dominio (Lilliu, 1998;Cicilloni, 2009), cioè come dei progetti di occupazione volti alla trasformazione produttiva del territorio, evolutisi poi in sistemi insediativi policentrici spesso accompagnati da un adiacente insediamento (Usai, 2018;Del Vais, 2016). Solo recentemente con l'avvento dei programmi informatici GIS ha preso sempre più piede l'avanzare di studi che combinassero le mappe digitali dei terreni (DTM) con le preesistenze archeologiche in modo da relazionarle alla morfologia territoriale (Cicilloni, 2019;Vargiu 2015;Usai 2011), alla vegetazione dell'epoca (Malavasi, 2023), o ancora sfruttare le funzioni del programma GIS traducendo in distanze, diagrammi e schemi i rapporti tra le architetture (Cicilloni, 2014;Castangia 2021;Cicilloni 2015a;Cicilloni 2015b;Panico 2017;Fois 2014;Merella 2014;Cicilloni 2018;Matta 2020;Velli 2021). Da questa consapevolezza parte la proposta di una metodologia che utilizzi la strumentazione GIS e le ortofoto disponibili nel geoportale della Regione Sardegna (www.…”