2017
DOI: 10.12977/ocula76
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Esplosioni di icone. Street art e iconoclastia performativa sui monumenti socialisti dell’Europa orientale

Abstract: L'obiettivo di questo contributo è indagare le azioni di street art e ricolorazione praticate sui monumenti della dittatura comunista "sopravvissuti" alla demolizione dopo la fine del regime. Si considereranno le riscritture che hanno permesso ai monumenti di diventare spazio della protesta, in netto contrasto con il valore di progettazione affidatoli. In queste pagine, inoltre, si indagheranno gli effetti delle esplosioni semiotiche prodotte dalla risemantizzazione monumentale e dall'inversione enciclopedica … Show more

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“…There is obviously no single right way to handle monuments that have become perceived as controversial at some point. Sometimes, they are quietly removed, or they become an object of what Panico (2017) calls "performative iconoclasm" (p. 45): they are reinvested with new meaning, for example, through artistic intervention. Sometimes their removal is accompanied by intensified violence, they are vandalized, disfigured, torn down or set on fire.…”
Section: Do Monuments Belong In Museums?mentioning
confidence: 99%
“…There is obviously no single right way to handle monuments that have become perceived as controversial at some point. Sometimes, they are quietly removed, or they become an object of what Panico (2017) calls "performative iconoclasm" (p. 45): they are reinvested with new meaning, for example, through artistic intervention. Sometimes their removal is accompanied by intensified violence, they are vandalized, disfigured, torn down or set on fire.…”
Section: Do Monuments Belong In Museums?mentioning
confidence: 99%
“…Molti di questi progetti artistici realizzati, o pensati, da artisti dei paesi dell'Est e dell'ex Urss dopo la cesura del 1989 sono stati oggetto della mostra Il piedistallo vuoto. Fantasmi dall'Est Europa, a cura di Marco Scotini, che si è tenuta a Bologna nel 2014. caso, i soldati sovietici degli altorilievi sono stati dipinti trasformandoli in supereroi americani; nel 2012 sui loro volti è stata posta la maschera di Guy Fawkes, simbolo di diversi movimenti di protesta a partire da Anonymous; nel 2013 è stato dipinto di rosa per ricordare l'invasione di Praga; negli anni successivi è stata la volta dei colori della bandiera ucraina, polacca e bulgara, per evocare le politiche di violenta repressione da parte dell'Unione Sovietica [Panico 2017]. Ripulito dopo ogni "attacco" e nuovamente oggetto di intervento di risemantizzazione, il monumento, invece che essere abbattuto, si è rinnovato: agendo sulla sua superficie lo si è reso tutt'altro che "impermeabile alla vista".…”
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