Seppellire un vescovo, seppellire un monaco. La gestione della morte allÕinterno del complesso di San Severo in Classe a Ravenna
Debora FerreriIl complesso di San Severo si trova oggi nel suburbio meridionale di Ravenna. A partire dal 2006 fino al 2016 il sito è stato oggetto delle indagini dell'Università di Bologna, attraverso estensive campagne archeologiche che hanno portato alla luce la basilica, dedicata a uno dei primi vescovi di Ravenna, Severo, e un grande monastero benedettino edificato alla fine del IX secolo. Si tratta dell'unico monastero in area ravennate indagato archeologicamente per tutta la sua estensione 1 . La lunga diacronia del sito, che va dall'età romana al pieno Medioevo, offrendo un caso molto importante per conoscere le dinamiche insediative e la cultura materiale in un arco di tempo così vasto, permette anche di analizzare la pratica funeraria e la gestione della memoria in questo territorio, cogliendo soprattutto le trasformazioni e i cambiamenti del rapporto con la morte, e il modo in cui essa viene gestita 2 . Il complesso, situato nei pressi di una necropoli romana 3 , è costruito in parte sui resti di una grande villa suburbana di tarda età repubblicana, come altre rinvenute nell'area di Classe, e utilizzata, con molte trasformazioni, fino agli inizi del VI secolo, seguendo alcune dinamiche tra necropoli e complessi residenziali antichi analizzate e localizzati in diverse regioni italiane 4 . In questo stesso luogo, verso la metà del IV secolo, su parte degli ambienti termali dell'edificio residenziale, è stato costruito un piccolo mausoleo absidato, con un ingresso a trifora, in cui, secondo lo storico Agnello, venne seppellito Severo, vescovo di Ravenna, vissuto nella metà del IV secolo