Giornale di Tecniche Nefrologiche e Dialitiche 2016; 28 (2): 122-127 fattori di rischio "tradizionali", come età, ipertensione arteriosa, diabete, dislipidemie, obesità, tabagismo e così via e quelli "specifici" dell'uremia, come anemia, iperomocisteinemia, disfunzione endoteliale e stato infiammatorio (3). Tuttavia, alcuni fattori tipici della MRC, come il controllo pressorio e la gestione della volemia, hanno un effetto diretto sul miocardio, generando alterazioni morfologiche e funzionali come l'ipertrofia ventricolare sinistra, il rimodellamento cardiaco, la dilatazione cavitaria, la fibrosi miocardica e lo scompenso sistolico-diastolico (4). Inoltre, i noti disturbi del metabolismo minerale e l'iperparatiroidismo secondario conducono alle calcificazione vascolari e valvolari (5), aumentando da 3 a 4 volte il rischio di mortalità CV degli uremici (6).L'incremento di queste complicanze nella MRC ha progressivamente incoraggiato i nefrologi ad acquisire nel proprio background le competenze tecnico-strumentali per la diagnosi della patologia cardiaca. Infatti, sia sul territorio nazionale che all'estero, sono sempre più presenti strutture operative nefrologiche che si occupano di diagnostica cardiovascolare e di stratificazione di rischio di pazienti nefropatici. Il ricorso all'ecocardiografia al di fuori degli ambienti cardiologici non è solo una prerogativa nefrologica, ma la tendenza è percepibile anche in altri settori come quelli internistici, generalistici e intensivisti. I
IntroduzioneLa patologia cardiovascolare (CV) rappresenta la principale causa di morbidità e di mortalità nei pazienti affetti da malattie renali croniche (MRC) (1). L'Annual Data Report dell'USRDS (2) riporta che più del 38% dei decessi tra i pazienti in trattamento dialitico avviene come conseguenza di patologie CV. Dal punto di vista fisiopatologico, il fenomeno è la conseguenza dell'interazione tra Echocardioscopy in cardiovascular stratification of chronic kidney diseases: the nephrologist is the protagonist Cardiovascular disease (CV) is the leading cause of morbidity and mortality in patients with chronic kidney disease (CKD). The increase in cardiac complications in patients with CKD has encouraged nephrologists to acquire the cardiac diagnostic competences in the use of ultrasound. A formal echocardiographic approach requires standard times and the immediate availability of the cardiac-sonographer. Therefore, a goal-directed cardiac ultrasound and a focused echocardiogram or echocardioscopy strategy were created specifically tailored to the non-cardiologists as well as internists, interventists and intensivists. The concept of echocardioscopy has been incompletely evaluated and it is necessary to find a curricular program to grant proficiency. The introduction of echocardioscopy in the nephrologist's tasks has the advantage of widening the spectrum of the diagnostic of cardiac complications in CKD patients, but also confers several technical limitations. The aim of this revision is to analyze the use of the cardiac ultrasound ...