L’approccio biografico, sempre più diffuso in letteratura e caratterizzato da «un grado di granularità molto significativo a livello qualitativo» (Franceschini, Veronesi, 2016), permette di assumere una prospettiva emica rispetto alle percezioni e autorappresentazioni dei parlanti. Combinando i metodi dell'intervista narrativa e dell'autoritratto linguistico, il presente contributo si propone di indagare il vissuto di due gruppi di parlanti germanofoni inseriti nel peculiare contesto sociolinguistico altoatesino: da un lato persone provenienti dalla Germania che abitano in Alto Adige, dall'altra persone sudtirolesi di lingua tedesca. Dopo una discussione teorico-metodologica sull'aspetto collettivo e co-costruito delle autobiografie linguistiche, si presenteranno i risultati della ricerca, con una particolare attenzione alla percezione dell'italiano da parte degli informatori e alle rappresentazioni dei loro percorsi di apprendimento.
“My hands are yellow because it’s Italian”: linguistic biographies and self-representations of German speakers in Alto Adige
The biographical approach, increasingly popular in the literature and characterized by “a very significant degree of granularity at the qualitative level” (Franceschini, Veronesi, 2016), allows us to take an emic perspective with respect to speakers’ perceptions and self-representations. Combining narrative interview methods and linguistic self-portraits, this contribution aims to investigate the experiences of two groups of German-speaking speakers embedded in the peculiar sociolinguistic context of South Tyrol: on the one hand, people from Germany who live in South Tyrol, and on the other hand, German-speaking South Tyroleans. Following a theoretical-methodological discussion on the collective and co-constructed aspect of linguistic autobiographies, the research results will be presented, with particular attention to the perception of Italian by the informants and the representations of their learning paths.