Il destino dell'ex-regno d'Italia. Aspettative, illusioni, esiti

La cultura legittimista nella Milano della Restaurazione

“…Nel frattempo, nel 1798, aveva compiuto assieme all'amico Bernardo Belotti, un viaggio in Svezia, base di partenza per una ben più impegnativa escursione verso Capo Nord attraverso la Finlandia, di cui ci lascerà una descrizione nei due volumi dei Travels through Sweden, Finland and Lapland to the North Cape in the years 1789 and 1799, pubblicati a Londra nel 1802 ; l'opera ebbe un notevole successo, suscitando però anche qualche polemica sulla reale paternità di alcune esperienze riportate. Trasferitosi a Parigi, nell'agosto del 1803, aderì alla loggia massonica di Saint Jean d'Escosse, cosa che gli procurò in futuro un certo disturbo con il governo austriaco, dal momento che i primi momenti della Restaurazione milanese furono caratterizzati da una vera e propria « ossessione della caccia al massone 24 ».…”

“…Assai fiorente era inoltre la produzione di libri ; è ancora una volta Stendhal a testimoniarci tale vivacità culturale quando constatava nel dicembre del '16 -di seguito alla citazione precedente -che « nonostante la polizia austriaca, oggi, nel 1816 si stampa dieci volte di più a Milano che a Firenze, eppure il duca di Firenze s'atteggia a liberale 14 ». A postilla di tale considerazione, va rimarcato come nel Lombardo Veneto vigessero leggi sulla stampa comunque più avanzate rispetto ad altre realtà italiane, e i suoi censori non si distinguessero particolarmente per ottuse rigidità 15 . Nel decennio che va dal 1811 al 1820 solo a Milano si pubblicarono il 15,2 % dei libri dati alle stampe in tutta Italia 16 ; ha notato a proposito Marino Berengo come il fattore decisivo nell'elevare la città a importante centro intellettuale fosse proprio stato lo sviluppo del suo mercato librario, e come l'industria editoriale milanese non risentisse in sostanza del clima di tensione fra intellettuali e nuovo governo austriaco : un lungo periodo di pace, dopo un lungo susseguirsi di guerre, gli effetti dell'istruzione elementare obbligatoria, e soprattutto il fatto che buona parte della ex amministrazione napoleonica dovesse reinventarsi un mestiere, e potesse trovare una nuova occupazione nel variegato mondo dell'editoria, sono fra le cause individuate dall'autore per spiegare tale rapida ascesa culturale della città.…”

Re-inventing the Ancien Régime in Post-Napoleonic Europe

“…Unlike the Habsburg erbla¨nde, which still possessed provincial estates, feudal law and, where pedigree dictated, access to public office, Lombardy-Venetia retained much of its Napoleonic edifice. 111 The Habsburgs tried with determination to fuse their dynastic history with the legacy of Napoleon into an eclectic 'new old regime'. They tried, through strong educational policies (almost a third of the entire Empire's educational budget), to teach Italians to be Kaisertreue.…”