Il mio contributo, attraverso la considerazione di fonti scritte e di fonti materiali, vuole offrire una serie di riflessioni sulle strutture edilizie monastiche, su quelli che potremmo definire gli 'spazi dei monaci' , con particolare riguardo, tra i materiali costruttivi, al legno e alla sua messa in opera, relativamente ai secoli V-XI e con lo sguardo rivolto alla penisola italiana ma anche Oltralpe. Oltre a ciò, cercherò per quanto possibile di proporre qualche considerazione anche sulla cultura materiale legata a questo materiale presente in ambiente monastico. Perciò, inevitabilmente, l'attenzione sarà rivolta anche all'attività lavorativa prevista e necessaria per edificazione e riattamento delle strutture e al personale impiegato per le diverse attività produttive.Una prima osservazione da fare è relativa al problema della definizione dell'articolazione interna dello spazio monastico, dell'organizzazione degli ambiti nei quali i monaci trascorrevano la loro esistenza quotidiana. Le fonti scritte permettono di arrivare, anche se, soprattutto per i secoli dal IV al VII, in maniera non precisa ma indiretta, a una conoscenza per lo meno delle linee di sviluppo della progressiva definizione della conformazione dello spazio monastico, della topografia interna del monastero e di come funzioni diverse cui esso doveva assolvere (di tipo religioso, politico, produttivo, assistenziale, oltre che legate alla quotidianità pur sempre di un gruppo di uomini) si combinassero con la fruizione di una concreta realtà 1 . D'altro lato l'archeologia dei monasteri tardo antichi e altomedievali, che a lungo si è identificata nella maggior parte dei casi con quella degli edifici di culto che li caratterizzavano, in primo luogo la chiesa abbaziale 2 , si è progressivamente rivolta negli ultimi anni, come ha sottolineato Eleonora Destefanis nel 2011, anche a nuovi aspetti, quali, tra l'altro, la morfologia delle strutture che ospitavano le attività quotidiane dei monaci e la loro dislocazione all'interno dell'impianto generale del monastero 3 . Sul piano metodologico, poi, l'affermazione dell'indagine stratigrafica ha consentito di precisare cronologie e fasi e ha anche -e questo per me è significativo -permesso di recuperare strutture in materiali deperibili, vedi appunto il legno, sia ascrivibili ai primi momenti di vita di una istituzione sia coesistenti con gli impianti in muratura, aprendo così lo sguardo sull'evoluzione delle tecniche costruttive, sui cantieri monastici e sulle attività artigianali ad essi deputate, oltre che sul personale in esse impiegato. È da notare, comunque, che per ambedue gli ambiti disciplinari possiamo notare una disparità nell'avanzamento degli studi in aree geografiche diverse, che limita certamente la possibilità di arrivare a una visione d'insieme.Sul tema degli spazi monastici, a livello generale, la fase tardo antica e i primi momenti dell'altomedioevo risultano ancora scarsamente noti sul piano archeologico 4 , ma anche le fonti scritte sono spesso ambigue e di interpretazione problematica ...