Jung è stato particolarmente influenzato da Paracelso, Johann von Goethe, Friedrich Nietzsche e Carl Gustav Carus. Di quest'ultimo Jung ha seguito la teoria della psiche pubblicata nel 1846, dove per la prima volta l'inconscio svolge un ruolo centrale. Nel 1970 James Hillman aveva segnalato che non è possibile comprendere il pensiero di Jung senza lo sfondo costituito da Carus e dalla filosofia della natura, ma gli analisti e i biografi di Jung hanno per lo più trascurato questo fatto. Tale omissione ha contribuito a favorire una visione freudocentrica della teoria junghiana e un indebito avvicinamento alla tecnica psicoanalitica. La "regola fondamentale" adottata da Jung era infatti considerare ogni caso come nuovo e unico. Una recente ricerca ha evidenziato che questo approccio personalizzato era molto simile al metodo terapeutico di Georg Groddeck. Il fatto che sia Jung che Groddeck fossero seguaci della filosofia della natura dimostra che questo background culturale ha contrassegnato i loro concetti terapeutici. Infatti, condividevano l'idea della guarigione naturale e lo scopo della terapia. Jung e Groddeck conducevano soltanto analisi vis-à-vis e sono stati i primi a proporre una concezione dialettica della relazione analitica, per cui i loro metodi terapeutici erano profondamente diversi dalla tecnica freudiana. Semmai, l'approccio di Jung si rivela vicino a quello di Carl Rogers.