L’implication parentale en Polynésie française : le cas de deux écoles contrastées sur le plan socio-économique

Abstract

This article presents the results of an exploratory study aimed at establishing an inventory of parental involvement in two primary schools on the island of Tahiti. After a semantic clarification of the concept of kinship in the French Polynesian context, the theoretical part presents the concept of parental involvement in the relevant literature and its relation to academic performance. The problematic of the study questions the degree of involvement of Polynesian families in the schooling of their children and the specificities of this involvement according to their socioeconomic situation. The collection of data was based on a questionnaire already tested in a French-speaking context and adapted to the Polynesian context. The participants were from two schools, which were situated in contrasting socioeconomic environments. Out of 46 questionnaires distributed, 33 were returned. The analysis of the data was based on the typologies proposed by Epstein in 2002 and Larivée in 2011. The discussion highlighted, on the one hand the results specific to French Polynesia namely the involvement of parents from disadvantaged families from an (1) institutional perspective and (2) individual perspective (e.g. time allocated to homework support, involvement in school projects and school meetings); and, on the other hand, the similarities with the existing literature with regard to (1) collective involvement and (2) other aspects of the individual involvement (the perceptions, the school furniture and the out-of-school activities).

Confinati nell’Eden. L’esperienza dei genitori tahitiani durante la pandemia

“…Nonostante gli item discorsivi (e l'approccio a certi temi) proposti dai genitori facciano più spesso riferimento a una visione negativa della scuola (e della didattica a distanza), va notato che nessuna delle persone intervistate mette in discussione il principio stesso della continuità didattica e la necessità di continuare a istruire i propri figli. Tali risultati sono coerenti con quelli ottenuti da precedenti lavori sul coinvolgimento dei genitori nell'educazione dei figli (Epstein, 2002;Guy, Ailincai, 2019;Larivée, 2011;) nei quali si mette in evidenza come, nel mondo occidentale e occidentalizzato (e dunque, anche nei territori postcoloniali come la Polinesia) il rapporto con la scuola sia universale, necessario e indipendente dalle categorie sociali, dall'identità etnica, o da quella religiosa.…”

“…Nell'arcipelago delle Isole sottovento (il più popolato, nonché sede della capitale Papeete, sull'isola di Tahiti), il 55% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, in condizioni di precarietà, all'interno d'alloggi antigienici e sovraffollati (ISPF, 2017); inoltre, l'accesso alle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione (telefonia e Internet) rimane difficile per la maggior parte delle famiglie, che spesso si destreggiano tra connessioni individuali precarie (con carta prepagata) e punti di accesso comunitari, il più delle volte messi a disposizione del pubblico nelle sedi delle amministrazioni territoriali, di alcune associazioni culturali e fondazioni (ISPF, 2019). Il tasso di analfabetismo -in assenza di dati ufficiali -è stimato al 21% della popolazione adulta 7 e si calcola che ogni anno circa 1.000 studenti polinesiani d'età inferiore ai 16 anni abbandonino la scuola, senza aver ottenuto alcun diploma (Guy, Ailincai, 2019).…”