La mancata «valorizzazione» dell’impero. Le colonie italiane in Africa orientale e l’economia dell’Italia fascista

Abstract

Editore: BraDypUS Data di pubblicazione: 31/5/2015 Dossier: Imperialismi e retaggi postcoloniali in Italia, Portogallo, Spagna, a cura di Matteo PasettiThe aim of this paper is to analyze the economic goals of the Ethiopian War and the results of the Fascist Empire in Italian East Africa (Africa orientale italiana). In this respect, the creation of the new colony in East Africa gave rise undoubtedly to a failure. It was the consequence of the weakness and the lack of planning that characterized the origin of the "Empire" -as it is testified, for instance, by confused and contradictory laws and frequent conflicts of jurisdiction -and was also the consequence of big companies' lack of interest in colonial investments. L'impero e l'economiaNelle dichiarazioni pubbliche, nei documenti ufficiali e nelle direttive emanate dal governo fascista dopo la proclamazione dell'impero, il 9 maggio 1936, non si rintraccia l'esistenza di alcun piano generale per la «valorizzazione» (termine anodino con cui si intendeva lo sfruttamento dei possedimenti) dei possedimenti africani. Anche la propaganda, a parte l'indicazione di alcuni specifici obiettivi, insistette su formule generiche, come quella dell'«impero del lavoro» o della colonia come spazio ideale per la formazione dell'«uomo nuovo» fascista, frugale,

Radical Mercantilism and Fascist Italy’s East African Empire

“…105 By most estimates, the occupation and colonization of AOI amounted to about 25% of all public expenditure and between 10-12% of national income. 106 The war was the most important factor in increasing these expenses. Roads were also costly, especially because the hastily built roads needed constant repairs.…”

European museology and colonial concord: Italy at the 1934 Expo du Sahara in Paris

“…The ever-expanding collections of the Italian colonial museums took on characteristics and valences informed by the political, economic, and intellectual conditions Italian explorers and scientists found themselves operating in. The economic weakness underlying the colonial project (Maione 2001;Podestà 2004;Gagliardi 2016) and the relative youth of the Italian national project, which contributed to Italy's position as the 'least of the great powers' (Bosworth 1979;Labanca 2015), meant that the colonial terrainand the representation of that terrain in Europebecame an opportunity for the country to present itself as the equal of the British and French empires. On a visual level, the confrontation took place during the great European exhibitions, which started in the mid-nineteenth century and continued until the outbreak of the Second World War, as well as smaller regional and local exhibitions.…”

Un “colonialismo corporativo”? L’imperialismo fascista tra progetti e realtà

“…Dopo le varie suggestioni affiorate nella prima metà degli anni Trenta, il dibattito riprese tono alla fine del decennio, in seguito all'avvenuta conquista dell'Etiopia e all'accelerazione impressa al programma di colonizzazione demografica. Sebbene a posteriori la realizzazione di tale programma appaia deludente, con l'afflusso di lavoratori italiani nei territori d'oltremare che rimase ben al di sotto delle aspettative [Del Boca 1982, 199-211;Gagliardi 2016], l'obiettivo di "italianizzare" i possedimenti coloniali presentava evidenti nessi con l'ipotesi di estendere il corporativismo all'Impero. In altri termini, secondo una prospettiva esplicita nelle riflessioni di De Michelis, i piani della colonizzazione demografica e del "colonialismo corporativo" risultavano funzionali l'uno all'altro, andavano intesi come dinamiche complementari.…”