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Questo contributo esamina la frontiera discussa tra la frase e il testo ponendosi esplicitamente l’obiettivo di identificare criteri dirimenti. La frase semplice e il testo rientrano in due tipi diversi di strutture: il nucleo della frase è una struttura discendente formata da relazioni grammaticali, mentre il testo è una struttura concettuale ascendente. La differenziazione, dunque, è immediata. Le difficoltà nascono se confrontiamo il testo con la frase complessa, e in particolare con la forma coordinativa. La frase complessa che contiene una subordinata non argomentale, la frase complessa coordinativa e la giustapposizione, che è l’embrione del testo, condividono la funzione di collegare processi. Mentre la frase complessa subordinativa e la giustapposizione si distinguono immediatamente sul piano della struttura, la coordinazione e la giustapposizione sono entrambe strutture ascendenti; di conseguenza, la loro differenziazione rimanda alla differenza tra le congiunzioni coordinative, che collegano frasi sul piano grammaticale, e i connettivi testuali, che sono avverbi o avverbiali in grado di stabilire ponti concettuali tra processi appoggiandosi a relazioni anaforiche in assenza di connessione grammaticale. Di fronte a questo compito, il contributo si pone due obiettivi. In primo luogo, si propone di mettere a punto, a partire dall’osservazione degli esempi più chiari di congiunzioni e di avverbiali anaforici, criteri affidabili in grado di affrontare la classificazione dei casi dubbi. In secondo luogo, si chiede se le pause deboli e le virgole, loro equivalenti funzionali nel testo scritto, possano essere considerate congiunzioni quando si collocano tra due enunciati. La risposta che sostengo è negativa. Le strutture della sintassi, quelle nucleari, come quelle impegnate nella messa in opera della prospettiva comunicativa, sono autonome dalle pause e dai segni di interpunzione, con i quali interagiscono con esiti che possono essere non marcati o marcati. Nel primo caso, le pause e i segni di punteggiatura assecondano le scansioni sintattiche; nel secondo, i due ordini di strutture entrano in conflitto, con effetti osservabili sulla prospettiva comunicativa. Ma però... On the borderline between sentence and text This contribution examines the discussed borderline between sentence and text with the explicit aim of identifying diriment criteria. The simple sentence and the text fall into two different types of structures: the sentence core is a descending structure formed by grammatical relations, while the text is an ascending conceptual structure. The differentiation, therefore, is immediate. Difficulties arise if we compare the text with the complex sentence, and in particular with the coordinative form. The complex sentence containing a non-argumental subordinate, the coordinative complex sentence and the juxtaposition, which is the embryo of the text, share the function of linking processes. While the subordinative complex sentence and the juxtaposition are immediately distinguishable on the level of structure, the co-ordinative sentence and the juxtaposition are both ascending structures; consequently, their differentiation depends on the difference between co-ordinative conjunctions, which connect sentences on the grammatical level, and textual connectives, which are adverbs or adverbials capable of establishing conceptual bridges between processes through anaphoric relations in the absence of grammatical connection. Faced with this task, the contribution has two objectives. Firstly, it proposes to develop reliable criteria capable of dealing with the classification of doubtful cases. Secondly, it asks whether weak pauses and commas, their functional equivalents in the written text, can be considered conjunctions when placed between two utterances. The answer I argue for is negative. The structures of syntax, both the nuclear ones and those that are functional to communicative perspective, are autonomous from pauses and punctuation marks, with which they interact with outcomes that may be either unmarked or marked. In the former case, the pauses and punctuation marks support the syntactic scansion; in the latter, the two orders of structure come into conflict, with observable effects on communicative perspective.
Questo contributo esamina la frontiera discussa tra la frase e il testo ponendosi esplicitamente l’obiettivo di identificare criteri dirimenti. La frase semplice e il testo rientrano in due tipi diversi di strutture: il nucleo della frase è una struttura discendente formata da relazioni grammaticali, mentre il testo è una struttura concettuale ascendente. La differenziazione, dunque, è immediata. Le difficoltà nascono se confrontiamo il testo con la frase complessa, e in particolare con la forma coordinativa. La frase complessa che contiene una subordinata non argomentale, la frase complessa coordinativa e la giustapposizione, che è l’embrione del testo, condividono la funzione di collegare processi. Mentre la frase complessa subordinativa e la giustapposizione si distinguono immediatamente sul piano della struttura, la coordinazione e la giustapposizione sono entrambe strutture ascendenti; di conseguenza, la loro differenziazione rimanda alla differenza tra le congiunzioni coordinative, che collegano frasi sul piano grammaticale, e i connettivi testuali, che sono avverbi o avverbiali in grado di stabilire ponti concettuali tra processi appoggiandosi a relazioni anaforiche in assenza di connessione grammaticale. Di fronte a questo compito, il contributo si pone due obiettivi. In primo luogo, si propone di mettere a punto, a partire dall’osservazione degli esempi più chiari di congiunzioni e di avverbiali anaforici, criteri affidabili in grado di affrontare la classificazione dei casi dubbi. In secondo luogo, si chiede se le pause deboli e le virgole, loro equivalenti funzionali nel testo scritto, possano essere considerate congiunzioni quando si collocano tra due enunciati. La risposta che sostengo è negativa. Le strutture della sintassi, quelle nucleari, come quelle impegnate nella messa in opera della prospettiva comunicativa, sono autonome dalle pause e dai segni di interpunzione, con i quali interagiscono con esiti che possono essere non marcati o marcati. Nel primo caso, le pause e i segni di punteggiatura assecondano le scansioni sintattiche; nel secondo, i due ordini di strutture entrano in conflitto, con effetti osservabili sulla prospettiva comunicativa. Ma però... On the borderline between sentence and text This contribution examines the discussed borderline between sentence and text with the explicit aim of identifying diriment criteria. The simple sentence and the text fall into two different types of structures: the sentence core is a descending structure formed by grammatical relations, while the text is an ascending conceptual structure. The differentiation, therefore, is immediate. Difficulties arise if we compare the text with the complex sentence, and in particular with the coordinative form. The complex sentence containing a non-argumental subordinate, the coordinative complex sentence and the juxtaposition, which is the embryo of the text, share the function of linking processes. While the subordinative complex sentence and the juxtaposition are immediately distinguishable on the level of structure, the co-ordinative sentence and the juxtaposition are both ascending structures; consequently, their differentiation depends on the difference between co-ordinative conjunctions, which connect sentences on the grammatical level, and textual connectives, which are adverbs or adverbials capable of establishing conceptual bridges between processes through anaphoric relations in the absence of grammatical connection. Faced with this task, the contribution has two objectives. Firstly, it proposes to develop reliable criteria capable of dealing with the classification of doubtful cases. Secondly, it asks whether weak pauses and commas, their functional equivalents in the written text, can be considered conjunctions when placed between two utterances. The answer I argue for is negative. The structures of syntax, both the nuclear ones and those that are functional to communicative perspective, are autonomous from pauses and punctuation marks, with which they interact with outcomes that may be either unmarked or marked. In the former case, the pauses and punctuation marks support the syntactic scansion; in the latter, the two orders of structure come into conflict, with observable effects on communicative perspective.
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