An Oriental facies of the cult of Mithras is testified in the Roman East from the first century onward. This article proposes evidence and discusses crucial and peculiar characteristics and idiosyncrasies in the known mithraea from the Roman Near East, against the generally accepted theory stating that the cult of Mithras in the East, and particularly in Syria, shared the same features as those known of Mithraism in the West.Un argomento largamente utilizzato per opporsi alla teoria diffusionista relativa al culto di Mithra in Occidente, propugnata con forza persuasiva da Franz Cumont a partire dai grandi capolavori che egli dedicò all'argomento tra otto e novecento, 1 era costituito dalla scarsità delle attestazioni del culto misterico di Mithra nell'Oriente romano, in Siria, Giu dea, Arabia, oltre che nella penisola Anatolica. Quando Cumont scriveva le sue opere, da queste regioni le testimonianze del culto misterico di Mithra erano molto scarse e per lo più piuttosto tarde. La situazione era quindi caratterizzata da un certo numero di fonti letterarie, che affermavano un'origine orientale del culto, che avrebbe assunto la sua forma misterica caratteristica nell'impero Romano in Cilicia già in epoca tardorepubblicana -si pensi soprattutto a Plutarco -e le testimonianze archeologiche che, al contrario, mostravano una certa abbondanza di monumenti soprattutto nell'Occidente europeo e in Italia, comunque mai prima degli ultimi decenni del primo secolo dopo Cristo. Nemmeno l'importante scoperta del mitreo di Dura Europos, avvenuta all'inizio di Febbraio del 1934, poté essere utilizzata per sostanziare le tesi di Cumont di una derivazione orientale del culto misterico di Mithra. 2 La data relativamente tarda del mitreo, non anteriore alla conquista del sito da parte di Roma sotto gli auspici di Lucio Vero, non consentiva di utilizzare in questo senso la pur rilevante scoperta, e Cumont non mancò 1 192 di manifestare la sua contrarietà dopo l'iniziale entusiasmo, dovuto anche al fatto che lo studioso belga aveva precedentemente scritto al suo collega Mikhail Ivanovič Rostovtzeff che si sarebbe aspettato proprio di rinvenire un tempio dedicato a Mithra nella città recentemente scoperta. 3 Nonostante le sopra evidenziate difficoltà di una documentazione che non la supportava pienamente, la teoria cumontiana non faticò comunque ad imporsi presso un pubblico che andava molto al di là degli specialisti studiosi di Storia antica, e il culto misterico di Mithra finì con il rappresentare l'esempio più noto di quel sincretismo religioso che avrebbe caratterizzato il paganesimo romano, prima che la fede di Roma si polarizzasse sugli assoluti ed esclusivi dogmi cristiani. Dopo tutto i seguaci del dio vestito alla persiana non si definivano essi stessi seguaci di una religione persiana, e non chiamavano Persae alcuni loro compagni, giunti a un certo livello d'iniziazione?Contemporaneamente alla morte di Cumont, subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale, le tesi dello studioso belga vennero frontalmente aggredite da im...