The paper reported on a case of severe myoclonic epilepsy of infancy (SMEI) associated with a probable autoimmune lymphoproliferative syndrome variant (Dianzani autoimmune lymphoproliferative disease) (DALD). A male patient with typical features of SMEI and a SCN1A gene variant presented in the first year of life with multiple lymph nodes, palpable liver at 2 cm from the costal margin, neutropenia, dysgammaglobulinemia, relative and sometimes absolute lymphocytosis. Subsequently the patient presented with constantly raised IgA in serum and positive antinuclear and thyroid antimicrosomal antibodies. The diagnosis of probable autoimmune lymphoproliferative syndrome was made; arthritis, skin and throat blisters, which appeared subsequently led to the diagnosis of linear IgA disease. On the basis of these unique associations, the Authors hypothesized that autoimmunity may be partly responsible of the severe epileptic symptomatology, perhaps mediated by autoantibodies against sodium channels or by accompanying cytotoxic T-lymphocytes. Corticosteroid treatment ameliorated the epilepsy and laboratory tests. Future studies will be necessary to evaluate the relevance of autoimmunity in SMEI.
RiassuntoGli Autori riportano un paziente con epilessia mioclonica severa dell'infanzia (SMEI) ed una variante del gene SCN1A, associata con una probabile sindrome autoimmune linfoproliferativa, (variante malattia autoimmune linfoproliferativa di Dianzani). Un paziente con il quadro clinico tipico della SMEI, presentò nel primo anno di vita multipli linfonodi, margine epatico palpabile a 2 cm dall'arco costale, neutropenia, disgammaglobulinemia, linfocitosi relativa e talvolta assoluta. Successivamente il paziente presentò IgA nel siero costantemente elevate ed anticorpi antinucleo ed antimicrosomi tiroidei positivi. Fu posta diagnosi di probabile variante della sindrome autoimmune linfoproliferativa (DALD); la comparsa di artrite, vescicole cutanee ed in faringe, che apparvero successivamente, portarono alla diagnosi di possibile malattia lineare ad IgA. Sulla base di queste associazioni, segnalate per la prima volta, gli Autori hanno ipotizzato che, oltre alla turba genetica, l'autoimmunità possa essere in parte responsabile della grave sintomatologia epilettica, forse mediata da autoanticorpi contro i canali del sodio o da T-linfociti citotossici. Il trattamento con cortisone migliorò il quadro epilettico, clinico e di laboratorio. Ulteriori studi diranno se è consigliabile ricercare sistematicamente la presenza di autoimmunità in ogni caso di SMEI.