IntroduzioneLa chirurgia protesica è una procedura di successo, con più di 120.000 impianti all'anno in Italia. Tuttavia l'infezione rimane una complicanza potenzialmente devastante e costosa. Tale evenienza si verifica mediamente nell'1-2% dei casi, sebbene sia stato riportato che in pazienti a rischio puòmanifestarsi anche nel 12,4% dei casi [1][2][3][4][5]. La diagnosi differenziale tra protesi articolari infette e mobilizzazioni asettiche può essere difficile, poiché nessuno dei test oggi disponibili presenta una sensibilità e specificità del 100%. Mentre, infatti, una infezione acuta si presenta generalmente con sintomi e segni facilmente interpretabili e addirittura banali, la diagnosi delle infezioni subacute, a basso grado di virulenza, è molto più problematica. L'esame clinico, gli esami di laboratorio e le tecniche di immagine, l'agoaspirazione e anche gli esami istologici estemporanei al congelatore sono tutti gravati da una percentuale variabile di falsi positivi e di falsi negativi [6-10].La difficoltà diagnostica può ritardare un adeguato trattamento o portare a cure inappropriate. La mobilizzazione protesica asettica può, infatti, essere trattata efficacemente con una revisione in un tempo, mentre l'infezione protesica richiede quasi sempre procedure medico-chirurgiche più complicate e complesse [11]. In ambito clinico, al fine di ridurre il rischio di errori diagnostici, si usano frequentemente più esami e test, attuando un processo diagnostico che porta all'esito finale attraverso una valutazione combinata delle diverse indagini. Si osserva, tuttavia, che, mentre vengono proposti nuovi e più sofisticati (e costosi) test diagnostici, la scelta e la valutazione dei vari test, effettuati in un dato paziente, è legata a un processo di valutazione soggettiva da parte di ogni singolo chirurgo, quando addirittura non dipende da considerazioni logistiche e/o economiche. Obiettivo del nostro studio è stato quello di valutare in modo prospettico l'efficacia di un sistema automatizzato di calcolo di più test diagnostici indipendenti, comparandolo con il "gold standard" dei test intra-operatori, nel LO SCALPELLO (2009) 23:160-165 ABSTRACT -COMBINED DIAGNOSIS AND NEW PERPECTIVES Based on known sensitivity and specificity of commonly used diagnostic tests for prosthetic infections, we developed the "Combined Diagnostic Tool" (CDT), a software that calculates the overall output of a series of independent tests ("Combined Tests Index", CTI). A CTI >1 indicates a progressively higher chance of prosthetic infection and vice versa. This double-blind, prospective study, comparing CTI to intra-operative culture and histological findings, showed a mean CTI of 711 ± 1298 in infected (N=21) compared to 0.074 ± 0.099 in non-infected patients (N=15) (p = 0.04). CDT is a useful software for differential diagnosis of prosthetic infection.