Il saggio principia, da un lato, mostrando attraverso i dati l'importanza crescente nel nostro Paese del tema delle discriminazioni religiose e, dall'altro, dando conto, attraverso una rapida panoramica della casistica giurisprudenziale proveniente da "ambienti" per tradizione mag-giormente multietnici rispetto al nostro, di quanto sia ampio il ventaglio di situazioni di poten-ziale "frizione" religiosa sui luoghi di lavoro, per poi soffermarsi sull'originale operazione recentemente posta in essere dalle Sezioni Unite della Corte di Cassazione italiana. Prendendo spunto - per ammissione della stessa Corte - dalla giurisprudenza straniera, le Sezioni Unite hanno infatti "traslato" nell'ambito delle discriminazioni religiose uno strumento sinora accor-dato dal legislatore solo alle discriminazioni per ragioni di disabilità e, cioè, quello dei c.d. ac-comodamenti ragionevoli. Dopo una panoramica della giurisprudenza straniera (e, in particola-re, nord-americana) che ha influito sulla decisione in parola, nell'ultima parte del lavoro, le Autrici si interrogano sulla correttezza dal punto di vista giuridico di tale operazione interpretativa.