29no è più importante il significato spirituale di quello materiale: l'uomo obbedisce a un ordine divino, impara a tenere sotto controllo i suoi desideri fisici e supera la sua natura umana. Si abitua alla moderazione: abbandonarsi senza freni anche a bisogni leciti, come il cibo e i rapporti sessuali, rende l'uomo schiavo di abitudini e voglie.Nel digiuno, il ricco prova le ristrettezze che il povero ha quotidianamente e tutta la comunità vive una comunione di spirito che aumenta il senso di fratellanza, di pazienza e di disciplina fra i musulmani. Tutti i musulmani che abitano l' emisfero nord e quello sud hanno la possibilità, nel corso della loro esistenza, di digiunare in stagioni diverse, perché i mesi lunari sono alternativamente di 29 e 30 giorni e l'anno lunare in tutto è di 354 giorni, undici giorni in meno rispetto a quello solare. Il Ramadan cade così in diverse stagioni. In certi Paesi, durante l'inverno, le giornate sono corte e fredde e il digiuno di Ramadan è certamente meno impegnativo da rispettare che nella stagione estiva. In tutto questo, il credente intravede la saggezza, la giustizia e la misericordia di Dio. Il digiuno deve essere preceduto dalla niyyah (intenzione). Dopo la pronuncia dell'intenzione, si incomincia a digiunare, all'aurora.Il pasto iftar, consumato al tramonto, rappresenta il momento della rottura del digiuno. È caratterizzato da 3 portate. La prima è
INTRODUZIONELa multietnia è una realtà in continua crescita. Le culture d' origine rivestono molta importanza nel condizionare le condotte, le richieste di cura e la disponibilità a determinate terapie. In Italia, il 33% dei cittadini non comunitari è di fede islamica, numero raddoppiato negli ultimi 10 anni [1].Le differenze religiose/culturali hanno un ruolo importante nella gestione del diabete; il digiuno per i musulmani durante il Ramadan rappresenta un caso emblematico, vero e proprio banco di prova in termini terapeutici e alimentari per gli operatori sanitari [2][3][4].
RAMADAN: INQUADRAMENTO CULTURALEIl mese di Ramadan è il nono del calendario islamico, è sacro all'Islàm perché è «il mese in cui fu rivelato il Corano come guida per gli uomini e prova chiara di retta direzione e salvezza» (Sura II, v. 185). Si tratta di un mese di purificazione, ricco di grazie, durante il quale, in una delle sue ultime notti dispari, la "notte del destino", le porte del cielo sono più dischiuse.Il Corano stabilisce l'obbligo del digiuno (Sura II, v. 183)