Reconstruction of Essex-Lopresti Injury of the Forearm: Technical Note

Chloros, George D.; Wiesler, Ethan R.; Stabile, Kathryne J.; Papadonikolakis, Anastasios; Ruch, David S.; Kuzma, Gary R.

doi:10.1016/j.jhsa.2007.09.008

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“…Ruch and Kuzma reported the use of the pronator teres transfer to reconstruct the central band in chronic longitudinal radioulnar dissociation. At an average follow-up of 22.75 months, all patients demonstrated clinical improvement and were satisfi ed with the outcome [ 44 ] .…”

Section: Chronic Longitudinal Radioulnar Dissociationmentioning

confidence: 64%

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Secondary Surgery Following Failed Forearm Reconstruction

Jacob

Tsai

Osterman

2012

Reoperative Hand Surgery

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It is not uncommon for longitudinal forearm instability to be recognized quite late after the injury. Frequently, this injury is not appreciated until there have already been changes at both the wrist (ulnar carpal abutment) and the elbow (radiocapitellar abutment). These late cases frequently require an ulnar shortening osteotomy, as well as radial head prosthesis and/or reconstruction of the interosseous ligament. If continued problems result and there are degenerative changes or chronic pain at the radial capitellar joint, a radiocapitellar prosthesis can be considered. The fi nal treatment for some patients may require creation of a one-bone forearm. This prevents any further longitudinal instability of the forearm; however, it obviously results in loss of forearm rotation. These injuries are best treated early and aggressively, as later reconstructive options will usually result in decreased function of the extremity. This chapter goes through the different reconstructive options that are available to the reoperative surgeon.

show abstract

Section: Chronic Longitudinal Radioulnar Dissociationmentioning

confidence: 64%

“…IOM reconstruction has been studied in cadaveric models and performed in patients for the treatment of longitudinal radioulnar dissociation [40][41][42][43] . Currently, we favor augmentation of the central band using a pronator teres rerouting graft as described by Ruch and Kuzma [ 44 ] .…”

Section: Treatment Acute Longitudinal Radioulnar Dissociationmentioning

confidence: 99%

Secondary Surgery Following Failed Forearm Reconstruction

Jacob

Tsai

Osterman

2012

Reoperative Hand Surgery

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“…Tendon grafts such as pronator teres, 36 flexor carpi radialis tendon, 19 semitendinosis, 37 palmaris longus, 38 Achilles' tendon, 16 and bone-ligament-bone constructs 39 have been used in both cadaver models and in vivo with variable results.…”

Section: Chronic Injury Treatment Optionsmentioning

confidence: 99%

“…In yet another cadaver study, Tejwani et al 42 found that when the interosseous membrane was reconstructed in conjunction with placement of a metallic radial head implant, force across the distal ulna was maintained at levels similar to those of an intact forearm. Chloros et al 36 described a procedure in which the pronator teres is used to reconstruct the central band of the interosseous membrane while simultaneously replacing the radial head. If indicated, ulna shortening and TFCC repair was also recommended.…”

Section: Chronic Injury Treatment Optionsmentioning

confidence: 99%

Forearm Instability

Green¹,

Zelouf²

2009

The Journal of Hand Surgery

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Forearm instability is a complex problem resulting from traumatic disruption of the forearm stabilizers: the radial head, the interosseous membrane, and the triangular fibrocartilage complex. Dissociation of the forearm unit is often underrecognized and therefore inadequately treated, leading to poor patient outcomes. The goals of this article are to impart an understanding of the forearm anatomy and the current concepts in the diagnosis and treatment options for this complicated problem.

show abstract

“…Vi è limitazione funzionale del polso e del gomito. In casi selezionati è stata descritta la ricostruzione della membrana interossea con l'uso di pronatore rotondo, tendine rotuleo, fascia lata o altre strutture fibro-tendinee, ma i risultati ottenuti su casi isolati sono ancora preliminari [3,5,8]. La sostituzione protesica del capitello radiale permette il recupero della lunghezza del radio e la stabilizzazione longitudinale dell'avambraccio; i sintomi del paziente si alleviano e vi è un buon recupero funzionale [9][10][11].…”

unclassified

Lesione cronica di Essex-Lopresti: trattamento di un caso clinico

Messina

Torretta

Verdoia

2010

Arch Ortop Reumatol

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to indici infiammatori elevati, ma assenza di fenomeni infettivi (VES e PCR negative). L'incisione chirurgica è stata eseguita a livello dei pregressi accessi; già a livello sottocutaneo si è osservata la presenza di una reazione flogistico-cicatriziale che coinvolgeva tutti i piani tissutali, scarsamente identificabili. La placca in materiale sintetico, rotta, è stata rimossa e si è proceduto alla correzione della deviazione assiale mediante osteotomia a "V" con angolo di settanta gradi. Successivamente si è posizionato il fissatore esterno con quattro "fiche" decalibrate e innesto osseo cortico-spongioso autologo prelevato precedentemente dalla cresta iliaca. La liberazione delle strutture tendinee [5,6] ( Fig. 3) ha completato la procedura chirurgica.rantire la ripresa della funzionalità del polso e della mano. Il "planning" pre-operatorio radiologico (Rx e TC-scan) ha confermato il quadro precedentemente descritto, mentre gli esami di laboratorio hanno mostragradi. La paziente era costretta a utilizzare un tutore a tempo pieno e si osservava inoltre un'evidente reazione infiammatorioflogistica da corpo estraneo a carico del terzo distale dell'avambraccio, con deficit assoluto a carico della muscolatura estensoria della mano e dell'avambraccio e importante sintomatologia algica. Il quadro radiologico era quello di una pseudoartrosi atrofica del terzo medio del radio con importante deviazione assiale dei monconi di frattura, esiti di resezione a livello del terzo medio ulnare secondo Kapandji, mancanza della porzione epifisaria distale dell'ulna, rottura dei mezzi di sintesi e presenza di una stecca ossea omologa non osteointegrata (Fig. 2). Si è pianificato un ulteriore intervento chirurgico con lo scopo di rimuovere i mezzi di sintesi precedentemente utilizzati, riallineare il radio, liberare i tendini estensori e in particolare gaNel periodo post-operatorio immediato abbiamo preferito tutelare l'arto, per diminuire la sintomatologia dolorosa, con un tutore rimosso in 14 a giornata. La paziente si è sottoposta precocemente, grazie alla presenza del fissatore, a chinesiterapia sia attiva sia passiva, a garanzia della ripresa della funzione articolare che progressivamente riprendeva nel giro di un mese. Ai controlli successivi si è assistito alla diminuzione della sintomatologia algica, con apprezzabile ripresa della funzionalità delle strutture tendinee del polso e della mano e della forza muscolare. Ai controlli radiologici, ogni 30 giorni, il radio manteneva un asse corretto. A 2 mesi dall'intervento si è evidenziata già una discreta formazione di callo osseo, ancora più evidente dopo 4 mesi. ConclusioniLa lentezza nella progressione dei fenomeni osteoriparativi è da attribuirsi in prima istanza alla scarsa fertilità del radio, sottoposto a plurimi interventi chirurgici e ai processi settici da cui è stato interessato. Si è trattato di un intervento di recupero di una situazione osteoarticolare altamente compromessa sia da un punto di vista della consolidazione della frattura sia della funzionalità. La scelt...

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Reconstruction of Essex-Lopresti Injury of the Forearm: Technical Note

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Secondary Surgery Following Failed Forearm Reconstruction

Secondary Surgery Following Failed Forearm Reconstruction

Forearm Instability

Lesione cronica di Essex-Lopresti: trattamento di un caso clinico

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