Monaldi Arch Chest Dis 2014; 82: 68-74
ARTICOLO ORIGINALENell'ultimo decennio si è ottenuto un significativo prolungamento della sopravvivenza dei pazienti affetti da neoplasie: si calcola che oggi in Italia siano quasi 3 milioni i sopravvissuti ad una diagnosi di neoplasia maligna [1]. La lunga sopravvivenza, oltre 5-10 anni dalla prima diagnosi, è un traguardo raggiungibile per molti tipi di neoplasie, grazie alla diagnosi precoce e al trattamento con nuovi potenti agenti chemioterapici.La gestione dei pazienti oncologici presenta significative implicazioni in ambito cardiologico per diversi motivi: 1. la prevenzione delle malattie cardiovascolari e dei tumori spesso si sovrappone perché i fattori di rischio da controllare, come età, fumo, consumo di alcool, obesità, sedentarietà e alimentazione, spesso sono gli stessi; 2. la presenza di una neoplasia attiva una condizione protrombotica che aumenta il rischio di eventi cardiovascolari; 3. alcuni farmaci antineoplastici, sia quelli tradizionali come antracicline e fluorouracile, sia quelli di recente introduzione, come alcuni anticorpi monoclonali, presentano un significativo potenziale cardiotossico che necessita una selezione dei pazienti e un monitoraggio adeguato.Queste considerazioni hanno portato allo sviluppo della cosiddetta "Cardioncologia", che rappresenta una branca della medicina finalizzata allo studio e alla gestione delle problematiche cardiologiche connesse con le patologie e le terapie oncologiche e che prevede che le due figure professionali coinvolte, il cardiologo e l'oncologo, abbiano una conoscenza di base delle problematiche in comune e collaborino per una corretta gestione del paziente oncologico soprattutto nella selezione dei pazienti da trattare e nel monitoraggio da effettuare durante il trattamento chemioterapico e il successivo follow-up [2].
La cardiotossicità da chemioterapici: non solo disfunzione ventricolare sinistraNella presente rassegna svilupperemo le problematiche connesse con la cardiotossicità da chemioterapici che viene classificata sulla base della azione svolta dal chemioterapico e sui tempi in cui l'effetto collaterale si sviluppa rispetto al trattamento: la cardiotossicità è acuta o subacuta quando si sviluppa tra l'inizio del trattamento e le prime 2 settimane La consulenza cardiologica "mirata" nel paziente oncologico sottoposto a chemioterapia: come prevenire e monitorare la cardiotossicità in maniera appropriata Life expectancy in patients affected by cancer has recently increased because of early diagnosis and actual therapies. In recent years, Oncology and Cardiology developed a tight relationship because of common risk factors (i.e. obesity, smoking, alcool intake, etc…), and for preventing the prothrombotic status due to cancer and the potential cardiotoxicity of chemotherapy. Cardiotoxicity incidence is reported from 1% up to 70% in retrospective analyses of drug protocols, mainly representing by left ventricular dysfunction (both reversible or irreversible), but also by arrhythmias, hypertension, atri...