La gestione delle stenosi delle ghiandole salivari maggiori ha subito un cambiamento significativo nel corso degli ultimi 15-20 anni. Lelemento fondamentale che sta alla base di una scelta terapeutica minimamente invasiva è rappresentato da unaccurata diagnosi. La scialografia convenzionale e la scialo-RM possono essere utili strumenti per la diagnosi delle stenosi salivare, senza dimenticare il ruolo basilare e centrale dellecografia qualora si sospetti che un processo stenotico a carico dei dotti salivari sia la causa dellostruzione. Tuttavia, ad oggi, la scialoendoscopia rappresenta la scelta diagnostica migliore, permettendo una corretta pianificazione terapeutica attraverso una quanto più precisa caratterizzazione della stenosi. Sia a livello sottomandibolare che parotideo è possibile distinguere le stenosi infiammatorie da quelle secondarie a processi fibrotici e, inoltre, a carico dei dotti salivari parotidei è stata descritta una stenosi associata a varie anomalie del sistema duttale. Nella maggior parte dei casi la sola terapia conservativa non è sufficiente per la risoluzione della sintomatologia ostruttiva, tuttavia lo sviluppo di trattamenti minimamente invasivi, prima fra tutte la scialoendoscopia, ha permesso di ottenere un tasso di conservazione della funzione ghiandolare di oltre il 90% dei casi. Se a livello sottomandibolare la principale misura terapeutica nella gestione delle stenosi del dotto ghiandolare rimane lincisione duttale (eccezion fatta per il crescente ruolo della scialoendoscopia nelle stenosi centrali), viceversa a livello del dotto parotideo la stenosi viene preminentemente gestita mediante la scialoendoscopia. Va comunque sottolineato che nel 10-15% dei casi il successo terapeutico viene ottenuto attraverso un trattamento di tipo combinato. La seguente review si propone di fornire una panoramica circa lepidemiologia, la diagnostica e lattuale stato dellarte del trattamento delle stenosi salivari.