INTRODUZIONEIl virus di Epstein-Barr virus (EBV) o human herpes virus 4 è ubiquitario e circa il 90% della popolazione adulta nel mondo presenta anticorpi diretti contro il virus (91). Nei soggetti immunocompetenti, l'infezione acuta è generalmente asintomatica nei bambini, mentre si manifesta come mononucleosi nel 30-50% degli adolescenti e adulti (65, 100). EBV è associato, soprattutto negli immunocompromessi, con vari disordini linfoproliferativi, e con alcune patologie neoplastiche tra cui il linfoma di Burkitt e il carcinoma nasofaringeo. Come gli altri virus erpetici, EBV ha un ciclo produttivo litico e una fase latente. Durante il ciclo litico le proteine regolatorie virali, appartenenti al gruppo degli Immediately Earl Antigen (IEA) e Earl Antigen (EA), sono sintetizzate per permettere la produzione del DNA virale (EBV-DNA), delle proteine strutturali del virione (VCA = Viral Capside Antigen) e delle proteine di membrana (MA). Il ciclo litico porta alla distruzione delle cellule infettate e alla produzione di particelle virali, ma EBV può anche persistere nella cellula ospite senza una completa produzione virale, autoreplicandosi come acidi nucleici extracromosomiali (episomi) in seguito all'espressione di pochi e selezionati geni virali (91). In fase di latenza si può avere una ripresa del ciclo litico.Si pensa che la riattivazione avvenga quando c'è una ricircolarizzazione delle cellule B della memoria infettate nel tessuto linfoide (107). Stimolate dai loro naturali antigeni, queste si differenziano in plasmacellule con inizio del ciclo replicativo e rilascio finale di virioni infettivi (34). La risposta umorale include anticorpi contro gli antigeni sia del ciclo litico che della fase di latenza. Durante la fase attiva dell'infezione primaria, sono prodotti anticorpi contro circa 100 differenti antigeni e durante la fase latente contro 10 ulteriori proteine. Pochi, sono però gli anticorpi ampiamente studiati e utilizzati a fini diagnostici. Gli anticorpi IgG anti-EA riflettono due pattern originariamente osservati con test in immunofluorescenza in base alla distribuzione all'interno delle cellule linfocitarie infette e alla loro denaturazione differenziale con procedure di fissazione ed enzimi proteolitici: diffuso, presente nel citoplasma e nel nucleo (D) o ristretto, solo nel citoplasma (R). Sebbene non sempre presenti, gli anti-EA (D) IgG aumentano nelle prime 3-4 settimane per non essere più rilevabili dopo 3-4 mesi (circa l'85% dei pazienti con infezione acuta è positivo fino a tre mesi dopo l'inizio dei sintomi) (8, 64), ma in alcuni casi possono perdurare a lungo ed essere rilevabili ancora dopo anni dall'infezione primaria (8). Circa il 20-30% dei soggetti sani con infezione pregressa da EBV presentano EA (D)