“…La crudel zobia grassa, la rivolta scoppiata a Udine nel febbraio di quell'anno e subito dilagata nelle campagne circostanti, colpì molto i contemporanei non solo per la violenza e, stando ai resoconti dell'umanista Gregorio Amaseo, per la brutalità della reazione anti-nobiliare, ma anche perché mise impietosamente a nudo la fragilità dell'assetto di potere su cui si appoggiava il dominio veneziano: un assetto del tutto squilibrato, frutto di un approccio di governo che nei decenni si era dimostrato restio ad alterare lo status quo, alimentando e favorendo così le tensioni sotterranee. 15 All'indomani di quel tragico evento, peraltro inserito nel più ampio quadro di debolezza veneziana manifestatosi nel primo decennio del Cinquecento, la Dominante ripensò la sua azione di governo, optando per interventi più marcati in ambito istituzionale. Dopo la pesante sconfitta subita ad Agnadello nel 1509, e soprattutto dopo la pace di Cambrai del 1529, in un ritrovato clima di stabilità, Venezia mise mano ai meccanismi di tenuta sociale e politica della regione, manifestando un'igliuolo, Nobiltà e aristocrazia cittadina, in Storia di Cividale nel medioevo.…”