Entrusting the passage of souls on the other side of Acheron, people
IntroduzioneNell'affidargli il passaggio delle anime sull'altra riva dell'Acheronte, gli antichi riponevano nelle tombe un obolo per il traghettatore Caronte ed un corredo funebre che potesse in qualche modo servire al defunto nella sua eterna dimora nell'Ade. Tra gli oggetti più comuni, oltre la ceramica, si possono ritrovare statuette fittili antropomorfe e zoomorfe, legate da un fil rouge alla sfera del divino.In questo contributo, si vuole porre attenzione sulla piccola Akrai 1 , sub-colonia di Siracusa 2 ( fig. 1), dove fin dalla sua fondazione nel secondo quarto del VII secolo a.C. 3 , la vita religiosa dei suoi abitanti in continua ricerca della serenità, sotto lo sguardo vigile e distaccato del pantheon olimpico, era focalizzata a rendere benevoli le anime dei morti o ad esorcizzare quelle forze del male che nella bocca dei poeti, avevano assunto le sembianze mostruose note alla mitologia.Nilsson distinse nella religione greca due differenti ed opposte correnti di pensiero, nate per il medesimo scopo, cioè quello di consolare l'umanità nel difficile cammino terreno. La prima aspirava all'unione col divino, tramite il misticismo e l'estasi, sotto la guida del più rivoluzionario degli dei dell'Olimpo, Dioniso. La seconda invece, preferiva meritarsi la pace e la serenità, ubbidendo a severe norme comportamentali dettate dalla divinità (Cfr. Nilsson, 1940 • Il presente contributo è la versione aggiornata della comunicazione fatta al convegno «Sulle Rive dell'Acheronte. Costruzione e Percezione della Sfera del Post Mortem nel Mediterraneo Antico» (Velletri (RM), 12-16 giugno 2012