INTRODUZIONEPer SIRS (sindrome da risposta infiammatoria sistemica) si intende una risposta clinica a seguito di un insulto aspecifico, comprendente 2 o più dei seguenti segni clinici: temperatura >38°C o <36°C, frequenza cardiaca >90 battiti/min, frequenza respiratoria >20/min o PaCO2 <32 mmHg, conta dei leucociti >12.000/mm 3 o <4.000/mm 3 o neutrofili immaturi (cellule "a bande") >10%. La SIRS diventa SEPSI se si aggiungono segni di infezione documentata; se subentrano anche 1 o più segni di disfunzione d'organo (cardiaci, renali, respiratori, ematologici, acidosi lattica, epatici, SNC) allora si definisce sepsi severa o shock septico e a seguire la complicanza clinica definita come MODS (Multiple Organ Dysfunction Syndrome) (7). La patogenesi è molto complessa ed è dovuta ad un'attivazione incontrollata della risposta pro ed anti-infiammatoria, per alterazione dei fisiologici meccanismi di regolazione con conseguenti disfunzioni organiche fino allo shock e alla morte (1,6,12). La tempestività, l'accuratezza della diagnosi e l'adeguatezza del successivo trattamento influenzano l'outcome. Oltre alla diagnostica batteriologica classica esistono dei marcatori di laboratorio e sistemi di classificazione per definirne la severità e la prognosi ma fino ad ora nessun marcatore ha raggiunto un unanime consenso nella diagnostica della sepsi (5, 6).
Scopo dello studioLo scopo dello studio è di valutare in pazienti ad alto rischio di sviluppare un'infezione, i livelli di marcatori di sepsi già in uso come la PCR (Proteina C Reattiva) e la PCT (Procalcitonina) e di stabilire inoltre se, OPN (Osteopontina) e suPAR, proteine considerate "nuovi" marcatori possano essere utilizzate per la diagnosi precoce di sepsi e per predirne l'evoluzione verso lo shock settico (8,9,10,11,13).
MATERIALI E METODII livelli di OPN, suPAR, Proteina C Reattiva (PCR) e Procalcitonina (PCT) sono stati misurati in pazienti ad alto rischio di sviluppare infezione. I campioni ematici sono stati raccolti dal giorno del ricovero fino al quindicesimo giorno di degenza. Durante il ricovero sono stati raccolti i dati demografici e giornalmente i criteri di SIRS, esami ematochimici, emogasanalitici, lattati e diuresi. Gli esami colturali sono stati eseguiti in base alle condizioni cliniche del paziente. La presenza di batteriemia all'emocoltura è stata messa in relazione, con il Mann-Whitney test, ai livelli di OPN, suPAR, PCT e PCR. Per la quantificazione della PCR si è usato un test al lattice (Siemens Healthcare LIASON Diagnostic, Milano, Italia) con una metodica nefelometrica; per testare la PCT si è utilizzato il kit BRAHMS PCT con una metodica in chemiluminescenza (Diasorin, Saluggia, Italia); per il test suPAR si è utilizzato il kit su PARGNOSTIC (Bio Exe, Verona, Italia) con una metodica immunoenzimatica (2, 3, 4), seguendo le indicazioni delle ditte produttrici.
RISULTATILo studio è stato condotto su 29 pazienti, di cui 14 con riscontro di emocoltura positiva. I valori di OPN, PCT, suPAR e PCR sono risultati significativamente aumentati (p<0.05)...