This paper aims at collecting and investigating, from a rhetorical point of view, the speeches of the Achaemenid kings (from Cyrus to Xerxes) mentioned in Greek sources, with a special focus on Herodotus' Histories. The many and heterogeneous discourses which this historian attributes to the different Persian kings (dialogues, private conversations, messages, letters and simple speech acts) are analysed and compared, and the research seems to point to some recurrent -and probably well-devised -patterns. The paper also takes into account the poetic speeches of Darius and Xerxes in Aeschylus' Persians, and the scant evidence (a letter from Xerxes to Pausanias) transmitted by Thucydides.frANCESCA gAzzANO 56 nel loro complesso i discorsi che lo storico di Alicarnasso assegna ai re persiani non sono mai stati studiati, finora, in quanto tali, pur a fronte di una bibliografia erodotea sterminata, 3 né confrontati, se non per qualche sporadico caso, con la documentazione orientale o con altri paralleli letterari greci. 4 Parimenti, anche al fine di contestualizzare più correttamente la versione/visione di tali discorsi in Erodoto, si è reso inevitabile prendere le mosse da quella che, almeno per ciò che è giunto fino a noi, costituisce la prima rappresentazione greca della retorica dei re achemenidi, vale a dire i Persiani di Eschilo, tragedia che con ogni probabilità esercitò una significativa influenza sullo stesso Erodoto, 5 e in cui tanto Dario quanto Serse danno voce "concreta" (per quanto greca) a parole memorabili. Infine, si è provato a confrontare la valutazione dei molti discorsi dei re di Persia tràditi da Erodoto -sui quali grava non solo l'evidente carattere fittizio, ma anche la stessa cattiva reputazione dell'autore -con il solo esempio di discorso (nei fatti, una missiva) di un sovrano persiano nell'opera di Tucidide: con quale esito non è tuttavia qui il caso di anticipare.
I Greci e la parola del Gran ReἙκαταῖος Μιλήσιος ὧδε μυθεῖται· τάδε γράφω... "Ecateo di Mileto così dice: scrivo queste cose…". Nel celebre frammento ecataico, 6 incipit delle Storie o Genealogie, si tende ormai a riconoscere una modalità comunicativa quasi epistolare, e Aldo Corcella 7 ha acutamente supposto che il principale modello ispiratore sia da individuare nella prassi della cancelleria achemenide di trasmettere le volontà dei vari sovrani attraverso lo strumento del messaggio, nella forma di lettera o proclama, redatto per iscritto ma destinato in primis alla lettura orale da parte di araldi e messaggeri. 8 In tal caso, e l'ipotesi appare suggestiva, ne conseguirebbe non solo che i Greci contemporanei di Ecateo -e in specie i Greci della costa asiatica, sudditi del Gran Re -avessero una certa familiarità con le forme, e le formule, della comunicazione ufficiale del mondo achemenide, ma che anche un intellettuale del calibro di Ecateo ne ritenesse l'enunciato così efficace da decidere di riprenderlo, naturalmente adattandolo ai propri intenti, per aprire la sua opera "storica"; ciò avrebbe dato origine, a sua volta, a una sor...