Microbiologia M e d i c a 209tato e nel controllo. Conclusioni 1) Questi risultati hanno messo in evidenza una forte discordanza con i tests MIC in quanto concentrazioni sub-inibenti di Kc hanno indotto una inibizione significativa delle Candide nel gel di collagene; 2) Il contesto sperimentale favorisce quindi il nostro modello rispetto ai saggi MIC, in quanto più vicino alla realtà clinica; 3) Pertanto si propone il suo uso ad integrazione dei tests MIC per identificare i farmaci antimicotici. (Ricerca condotta con il supporto della Pfizer Italia). In anamnesi riferiva viaggio recente in Grecia e Turchia, successivo all'esordio della FUO, assunzione di paracetamolo, azitromicina per alcuni giorni, poi associata a cefotaxime per 8 gg, senza beneficio. L'esame obiettivo rivelava lieve epatomegalia e minime alterazioni dei rumori respiratori; gli esami ematochimici evidenziavano aumento degli indici di flogosi, anemia microcitica, leucocitosi neutrofila ed ipereosinofilia (6.4%). Venivano eseguiti accertamenti radiologici (torace), ecografici (cuore, addome) TAC, colonscopia, approfondimento indagini chimico-cliniche e microbiologiche per ricerca patogeni ad ampio raggio, senza nessuna evidenza specifica. In base ad anamnesi ed ipereosinofilia, venivano eseguiti ricerca di parassiti ematici, ripetutamente negativa, ed esame parassitologico standard su raccolta seriata di feci, con riscontro di numerose uova opercolate (45 x 70 µm). Tale reperto era suggestivo di infestazione da Diphyllobotrium spp, diagnosi occasionale, non compatibile tuttavia con la sintomatologia febbrile riportata, associabile all'anemia ed ipereosinofilia, e correlabile con assunzione di pesce crudo al Lago di Garda avvenuta un mese prima dell'insorgenza della FUO. Veniva pertanto somministrato praziquantel (25 mg/kg ogni 8 h in unica giornata); durante la degenza si assisteva ad una progressiva e spontanea defervescenza della febbre, e nel follow-up la risoluzione dell'infestazione enterica e dei parametri correlati, mentre il quesito di FUO è ancora in corso. Conclusioni. Si conferma l'occasionalità delle diagnosi di botriocefalosi, in quanto solitamente pauci-sintomatiche, e la persistenza di habitat endemici nazionali noti da vari decenni. Le nuove tendenze alimentari possono aumentare altresì il rischio di infestazione. Introduzione. Le patologie da importazione sono una realtà in costante aumento ed evoluzione, che consegue sia ai flussi migratori da paesi endemici, con frequenti rientri al paese di origine, sia ai numerosi soggiorni di europei in luoghi esotici. La presentazione clinica di più frequente riscontro al rientro dai Tropici è la febbre, accompagnata o meno da diarrea; a seguire si riscontrano rash cutaneo, e sintomi neurologici. Caso clinico. Si presenta il caso di un soggetto di 29 anni, maschio, originario della Thailandia, in Italia dal 2005, che a distanza di 15 gg dal rientro dopo due mesi di permanenza al paese di origine presentava febbre elevata (40 °C) con brivido, astenia, e diarrea transitoria precedente all'ins...
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