RIASSUNTO -Le lombalgie e lombosciatalgie risultano estremamente frequenti nella popolazione. Il dolore viene attribuito solitamente alla patologia degenerativa discale, particolarmente alle ernie discali, ma le strutture della colonna potenzialmente in grado di determinare dolore sono numerose: dischi, osso, tendini, legamenti, faccette articolari, muscoli.L'esame RM deve pertanto valutare con attenzione non soltanto il complesso somato-discale, ma anche gli elementi posteriori della colonna. Le sequenze T2 Fat-suppressed ed eventualmente T1 Fat-suppressed dopo somministrazione di mdc, nella nostra esperienza risultano di elevata capacità diagnostica nella patologia degenerativa della colonna, in particolare nel caso in cui l'esame RM convenzionale non mostri una chiara causa del dolore. SUMMARY -Most people will experience low back pain and leg pain during their lifetime. Pain is commonly attributed to degenerative disc disease, particularly herniated disc, but many different structures in the spine can "degenerate" and produce pain: discs, bone, tendons, ligaments, facet joints, muscles.MR examination must evaluate both anterior and posterior elements of the spinal column. Fat-suppressed T2-weighted sequences and eventually Fat-suppressed T1-weighted images after administration of contrast medium may be helpful, especially when conventional MR study fails to show the source of pain.
Although sonography (US) is the first imaging technique for evaluating the developing fetus, significant limitations exist in the sonographic prenatal diagnosis of many brain disorders and in the evaluation of cerebral anatomy. At present, the role of MR imaging in the diagnosis of prenatal anomalies is confined to determining the underlying cause of non-specific fetal abnormalities detected sonographically, especially in fetal brain malformations, or when US is equivocal or limited. In particular, the major indication for MR study is ventriculomegaly, because this sign could be associated with different anomalies (malformations, ischemic disease and cerebral destructive lesions); other indications for MRI include maternal infections and genetic syndromes. MR imaging is an important adjunctive tool for prenatal imaging in those instances where complex anomalies are suspected by US, when fetal surgery is contemplated, or when a definitive diagnosis cannot be determined. In this work we report our experience of fetal MRI in fetuses with suspect cerebral anomalies previously detected by US.
IntroduzioneLe metastasi vertebrali rappresentano i tumori vertebrali più frequenti in senso assoluto.La percentuale di localizzazione vertebrale nei pazienti con lesioni secondarie ossee varia dal 40 al 70%.Nella maggior parte dei casi si tratta di localizzazioni multiple, con prevalente interessamento del corpo vertebrale. Il tratto della colonna più frequentemente coinvolto è il dorsale (70%) seguito dal lombare (20%) e dal cervicale (10%).La clinica iniziale è caratterizzata da dolore rachideo, intenso, progressivamente ingravescente, che può accompagnarsi a sintomi neurologici per compressione o per infiltrazione mielo-radicolare.Nello screening dei pazienti con anamnesi oncologica positiva la scintigrafia ossea riveste tuttora un ruolo fondamentale per l'elevata sensibilità e panoramicità; sono tuttavia ben noti i limiti della metodica nello studio dello sconfinamento extraosseo e nelle lesioni altamente aggressive; inoltre non possiede un'elevata specificità nel formulare diagnosi differenziali tra processi neoplastici e infiammatori.Pertanto nell'iter diagnostico di tali pazienti la diagnostica per immagini, e in particolar modo la Risonanza Magnetica (RM), riveste un ruolo importante.La RM, dotata di elevata risoluzione spaziale di contrasto, nonché di alta specificità, grazie all'utilizzo del mezzo di contrasto paramagnetico attualmente è la metodica d'elezione nello studio di tali pazienti.Obiettivo di questo lavoro è di sottolineare il contributo della RM nella diagnosi delle metastasi vertebrali adoperando sequenze T2 e T1 pesate con soppressione del grasso. Materiale e metodiIn tutti i pazienti giunti alla nostra osservazione con sospetto di localizzazioni secondarie, o già in trattamento radio-e/o chemioterapico per metastasi a livello della colonna vertebrale, sono state impiegate sequenze di base TSE T1-e T2 pesate secondo piani di scansione sagittali e sequenze TSE T2 pesate FAT SAT sul piano sagittale. Lo studio è stato completato con sequenze TSE T1 pesate FAT SAT dopo somministrazione di gadolinio e.v. secondo piani di scansione sagittale ed eventualmente assiale e coronale.Lo studio è stato effettuato impiegando un apparecchio da 1,5 T (Symphony -Siemens). Risultati e discussioneLe lesioni metastatiche di tipo osteolitico sono caratterizzate da tessuto ad alta cellularità che, infiltrando il midollo osseo vertebrale, determina un edema interstiziale reattivo peritumorale, con conseguente allungamento dei tempi di rilassamento T1 e T2 (ipointensità in T1 ed iperintensità in T2). Con l'utilizzo delle sequenze TSE sono stati ridotti i tempi di acquisizione ma anche il naturale contrasto esistente tra tessuto neoplastico e midollo osseo (che soprattutto nell'adulto, maggiormente colpito da patologia neoplastica, è in gran parte costituito da midollo giallo, iperintenso in T1 e T2). Per questo motivo nella ricerca delle lesioni metastatiche vertebrali si è ritenuto opportuno utilizzare sequenze pesate in T2 associate alla soppressione del segnale del grasso, che hanno permesso di esaltare l'iperi...
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