La rigenerazione dei territori rurali è un tema quanto mai attuale che deve passare necessariamente attraverso strategie di valorizzazione, su piccola e larga scala, dei beni culturali in esso ospitati e spesso dimenticati o abbandonati. L'eredità culturale rappresenta una risorsa preziosa frutto delle connessioni, nel corso dei secoli, fra le popolazioni e i luoghi. La via maestra consiste nell'innovazione delle forme di gestione e di divulgazione attraverso le attuali ICT, ponendo come base l'interazione sinergica di diversi ambiti della ricerca. Il presente contributo si inserisce all'interno di una ricerca più ampia sulle architetture monastiche cilentane, sulle loro interrelazioni e ramificazioni in un tessuto generalmente poco incline alla contaminazione. L'attenzione è focalizzata sulla Badia di Santa Maria di Pattano a Vallo della Lucania (SA), testimonianza del monachesimo orientale nel sud d'Italia, architettura bizantina quasi dimenticata che necessita di valorizzazione per mezzo di strategie e di processi basati su approcci multiscalari e di larghe vedute. Attraverso la contestuale lettura critica dei documenti di archivio e dei modelli infografici prodotti da rilievi sistematici, l'obiettivo iniziale è di identificare e datare le più significative trasformazioni subite dal monastero e di comprendere il suo rapporto con il territori.Parole chiave tragitti, connessioni, aerofotogrammetria, architettura monastica, valorizzazione.
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