El del humor verbal es uno de los campos más controvertidos y problemáticos a nivel traductivo/traductolόgico, más aún si su presencia se entrecruza con la del registro coloquial, que plantea otros desafíos en el transvase lingüístico. El primer acto de la comedia de Jardiel Poncela Margarita, Armando y su padre presenta ambas facetas y, por ende, se presta para una reflexiόn sobre las posibilidades de traducciόn italiana de ciertas claves humorísticas, relacionadas en muchos casos con factores diastráticos que caracterizan los personajes que llevan el peso cόmico en la obra.
Nella produzione di Jardiel Poncela, il dialogo teatrale rappresenta il banco di prova privilegiato per la creazione di espedienti umoristici e offre un ampio ventaglio di soluzioni comiche che si manifestano tramite qualsiasi tipo di alterazione del codice a diversi livelli della lingua. Naturalmente, nell’analisi linguistica e nelle riflessioni traduttologiche che seguono si terrà sempre conto del carattere peculiare del testo drammatico, della sua doppia dimensione, quella letteraria e quella relativa alla rappresentazione, e della necessità della «representabilidad de la traducción», giacché il destinatario del testo tradotto per il teatro «ha de comprender y reaccionar […] de modo inmediato a la recepción de la traducción» (Hurtado Albir 2016, 69), fattore che ovviamente condiziona le scelte traduttive. Infatti, sia che la traduzione sia destinata alla lettura sia che sia pensata per la messa in scena, il rispetto del genere a cui il testo appartiene (la commedia) e la finalità con cui è stato composto (suscitare l’ilarità dello spettatore) non possono in ogni caso essere traditi o distorti.
In questo capitolo dedicato ai giochi di parole in Los ladrones somos gente honrada e alle questioni traduttive che essi, in maggiore o minore misura, sollevano, sono state incluse tutte quelle chiavi del comico di parola che si basano, in primo luogo, su meccanismi linguistici, in particolare sulla polisemia, sul doppio senso, ma anche (in qualche caso) sulla somiglianza fonetica tra due termini e sull’associazione di idee o concetti che ha lo scopo di provocare l’effetto umoristico; talvolta, il gioco di parole si fonda invece sulla presenza di elementi culturo-specifici. Come si vedrà, non mancano casi in cui nella creazione di questi effetti concorrono più fattori simultaneamente, e in cui in qualche misura si possono rintracciare alcuni degli elementi propri dell’uso ludico della lingua, già commentati nel capitolo precedente, come la ripetizione o la falsa interpretazione dell’enunciato. Infine, dato che l’umorismo verbale e situazionale spesso sono strettamente correlati, si segnala che il commento dei punti del testo analizzati seguirà l’andamento della trama, evitando così dei bruschi salti che avrebbero reso la contestualizzazione di ogni caso più farraginosa.
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