Una famiglia composta da padre (67 anni), madre (57 anni) e figlia (36 anni), sono inviati al Pronto Soccorso dal medico curante per sospetta meningite. Da circa 4 giorni presentano una sintomatologia ingravescente comune caratterizzata da annebbiamento visivo ed astenia marcata con associata, solo nella madre, una sintomatologia gastrointestinale. L'anamnesi patologica è negativa per patologie di rilievo ed i parametri vitali sono nella norma. L'esame obiettivo rileva in tutti e tre i casi una midriasi bilaterale non reagente alla luce. La madre presenta inoltre ptosi palpebrale con ipostenia dei muscoli orbicolari bilaterale, ipomobilità del velo pendulo, disfagia e disartria. Lamenta anche dispnea soggettiva, ma obiettivamente è eupnoica e l'emogasanalisi evidenzia una normale pressione parziale dei gas arteriosi in assenza di alterazioni dell'equilibrio acido-base. Nella stessa, gli esami di laboratorio rilevano una discreta elevazione dell'amilasemia (431 U/l) ed una lieve ipokaliemia (3,1 mmol/l). La diagnostica d'immagine (radiografia standard del torace e tomografia computerizzata dell'encefalo) non fornisce elementi diagnostici. L'elettrocardiogramma e l'elettroencefalogramma sono nella norma. Diagnostica differenzialeQuesto quadro clinico è comune, nelle sue linee essenziali, a diverse patologie neurologiche con caratteristiche cliniche simili ma con aspetti fisiopatologici ed epidemiologici molto diversi: la patologia infettiva meningo-encefalica, la miastenia gravis, la patologia demielinizzante acuta (sindrome di Guillain-Barrè), patologie vascolari e proliferative cerebrali, la sindrome di Eaton-Lambert e le intossicazioni acute esogene. La presentazione "epidemica" del caso tuttavia indirizza il sospetto clinico verso una patologia infettiva o ambientale che possa spiegare il coinvolgimento contemporaneo di più persone accomunate dallo stesso ambiente ed abitudini di vita. La meningite infettiva può essere ritenuta poco probabile in considerazione del fatto che nessuno dei familiari ne presentava gli aspetti clinici caratteristici: febbre, cefalea o rigor nucae to sono quelle da tossici inalatori, da contatto o alimentari. Rimane la difficoltà di individuare quale tra le molteplici sostanze tossiche note possa esserne la causa. L'anamnesi escludeva un'intossicazione da Shellfish, da tetrodotossina, da atropinici, metanolo e paralisi da zecche [2][3] . I valori di carbossiemoglobina erano nella norma. L'elemento chiave per la diagnosi definitiva è emerso proprio da un'accurata anamnesi alimentare, e cioè il consumo da parte di tutti i familiari di verdure (fagiolini) confezionate in casa e conservate sott'olio, 24 ore prima della comparsa dei sintomi. Questo dato anamnestico comune unitamente alla caratteristica modalità di presentazione clinica ha orientato i sospetti verso la diagnosi di intossicazione botulinica. Accertamenti specifici e trattamentoPrima di iniziare il trattamento specifico sono stati prelevati campioni di feci e sangue e conservati a 4 °C (dopo sieraggio del campione ematico) p...
We describe a case of a 85 years old man, presenting to our Emergency Department because of fever of recent onset, joint pain and erythema involving his left leg. Although the first clinical appearance looks like a benign-low grade cellulitis, it will rapidly progress in a necrotizing fasciitis, with systemic toxicity and septic shock. Necrotizing fasciitis is an uncommon but potentially fatal disease; Its aetiology is multifactorial. High clinical suspicious is essential for the Emergency Physician to make the diagnosis of necrotizing fasciitis, in particular way when a patient with predisposing factor come to his attention presenting a soft tissue infection with signs of Systemic Inflammatory Response Syndrome (SIRS). Early diagnosis, aggressive surgical and antibiotic treatments are essential for a favourable outcome
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