Protein p4 affects the transcriptional switch that divides bacteriophage phi29 infection in early and late phases. The synthesis of DNA replication proteins and p4 takes place in the early phase, while structural, morphogenesis, and lysis proteins are synthesized in the late phase. Transcriptional switch by p4 is achieved by activating the late promoter A3 and repressing the early promoters A2b and A2c. The crystal structure of p4 alone and in complex with a 41 bp DNA, including the A3 promoter binding site, helps us to understand how the phage cycle is controlled. Protein p4 has a unique alpha/beta fold that includes a DNA recognition motif consisting of two N-terminal beta turn substructures, or N-hooks, located at the tips of an elongated protein homodimer. The two N-hooks enter the major groove of the double helix, establishing base-specific contacts. A high DNA curvature allows p4 N-hooks to reach two major groove areas three helical turns apart, like a bow and its string.
IntroduzioneLe fratture del massiccio-facciale, sia quelle localizzate, che quelle interessanti tutte le componenti ossee dello scheletro facciale (fratture panfacciali), costituiscono oggetto di particolare interesse in chirurgia maxillo-facciale. Ciò è dovuto agli aspetti clinici per l'estrema variabilità delle situazioni fratturative che oggi si osservano a causa dell'ampia gamma di fattori eziologici nel determinismo dell'evento traumatico, tant'è che risulta sempre più difficile inquadrare i casi clinici nelle classiche suddivisioni delle fratture facciali. Anche le problematiche diagnostiche costituiscono ulteriore motivo di richiamo per lo sviluppo e la diffusione sempre maggiore di tecniche di indagine come la TC spirale che ha permesso l'eliminazione di lunghi tempi di acquisizione e di ricostruzione delle immagini, riducendo i costi e l'esposizione totale del paziente a radiazioni ionizzanti.Tale metodica, completata da ricostruzioni bi e tri-dimensionali, consente l'acquisizione e la rielaborazione di immagini praticamente sovrapponibili alla situazione anatomo-patologica reale. In particolare, le nuove tecniche 3D, VR e virtuali, esaltano aspetti spaziali difficilmente desumibili dalle indagini di base, permettendo così di pianificare in modo adeguato, le terapie chirurgiche correttive. Da quanto esposto, ne consegue che le stesse tecniche chirurgiche hanno subito delle variazioni significative rispetto al passato anche grazie alla possibilità di utilizzare materiali di osteosintesi sempre più sofisticati.Scopo del presente lavoro è quello di esporre i risultati preliminari emersi dal trattamento di pazienti affetti da traumi facciali nel periodo tra lu-glio 2001 e dicembre 2002, seguendo un protocollo clinico-diagnostico che prevedeva l'esecuzione di un esame TC sia in fase pre-che post-operatoria ed un follow-up clinico per un periodo minimo di tre mesi dopo l'intervento chirurgico
MetodiSono stati presi in considerazione i pazienti con traumi facciali, giunti all'osservazione nel periodo compreso tra il mese di luglio 2001 ed il mese di dicembre 2002, che presentavano interessamento del complesso orbito-maxillo-malare isolatamente o in associazione con altre fratture. I pazienti, dopo il primo esame clinico, venivano sottoposti a tomografia computerizzata con tecnica spirale per il riconoscimento e l'estensione delle fratture presenti.Parte degli esami sono stati eseguiti con apparecchio Picker PQS (Philips NL), parte con apparecchio Light Speed QX (General Electric U.S.A.).Il protocollo di indagine comprendeva un piano di scansione condotto dal margine inferiore della mandibola fino alla parete superiore del seno frontale: tempo di rotazione 0.8 sec; spessore 1.25 mm; velocità tavolo 3.75 mm/rot; Kv 120, mA 100; intervallo di ricostruzione 0.7 mm; algoritmo di ricostruzione standard e "bone plus"; tempo di scansione 23 sec per circa 150 immagini.Le immagini sono state rielaborate con tecnica MPR (riformattazione multiplanare), MIP (maximum intensity projection) particolarmente utile in fase post-o...
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