Daniela Gallo, Per una storia degli antiquari romani nel Settecento, p. 827-845.
Una delle figure più celebri della Roma settecentesca, l'antiquario romano fu raramente nativo dell'Urbe, ma sempre in buoni rapporti con gli ambienti di Curia. Collezionista tanto per passione che per necessita di soprawivenza, lavorò al servizio della scienza e del turismo svolgendo un ruolo fondamentale tanto nel divenire della storia dell'arte antica e dell'archeologia che all'interno delle dinamiche del mercato artistico europeo. Monsignore, aristocratico, patrizio, artista o mercante, fu dunque implicato quasi sempre in attività molteplici. A nostro awiso, soltanto nell'ultimo quarto del secolo, sotto i pontificati di Clemente XTV e di Pio VI, l'attività di antiquario si concretizzò in una professione ufficiale dai tratti assimilabili a realtà più vicine ai nostri tempi.
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