ObjectiveHearing impairments (HIs) that progress or have later onset may have specific effects on language and cognitive development, but are difficult to suspect during routine primary care visits. Family concern regarding hearing is thought to represent an important risk factor requiring audiological examination. Yet it is not clear how successful parents are in recognising the consequences or specific suspect elements of HI in young children. The aim of this study is to verify whether parents of at-risk children recognise the presence of HI through a parental questionnaire that draws attention to auditory skills development and compares them with language and communication skills.DesignObservational study.SettingFrom 2013 to 2019, parents were administered the Questionnaire on Hearing and Communication Abilities before audiological evaluation of their children at a secondary care institute.Participants309 Italian children (1–36 months old) at risk of HI.Primary and secondary outcome measuresQuestionnaire sensitivity in predicting the presence and type of HI.ResultsParents report a decrease in auditory skills for children with sensorineural HI (Χ2(2)=14.4, p=0.003), with an increased concern expressed in 59% compared with 24% in normally hearing children. Both auditory (r=−0.18, p=0.002) and comprehension (r=−0.13, p=0.057) skills weakly but negatively correlated with a diagnosis of HI. On discriminant analysis, the positive predictive value of the questionnaire was 0.78, but with low sensitivity (0.39).ConclusionsParents of children with a verified risk of HI have some capacity to recognise non-typical auditory behaviour. Thus, it is important to assess parental concerns during primary care health visits, and a targeted questionnaire on auditory abilities can complement existing screening procedures. However, given the low sensitivity of the questionnaire, we conclude that for a reliable detection of HIs that progress or have later onset an objective screening tool is always required.
Nelle più recenti linee guida internazionali sull’intervento precoce in audiologia pediatrica emerge l’importanza del coinvolgimento della famiglia nel percorso diagnostico- riabilitativo del bambino con deficit uditivo permanente. Questa modalità di approccio costituisce una ricchezza per lo sviluppo dei bambini con deficit uditivo. Vi sono ad oggi poche evidenze del panorama italiano rispetto a questo ambito e rimangono aperte perplessità e difficoltà di gestione pratica. L’obiettivo di questo articolo è presentare i risultati di un’analisi strategica che prende in considerazione i punti di forza, i punti di debolezza, le opportunità e i rischi di una presa in carico precoce che renda competente la famiglia. Le iniziali fasi della presa in carico devono fornire alle famiglie di bambini con recente diagnosi di ipoacusia permanente le informazioni e/o il sostegno necessario al fine di indurle a compiere la scelta del dispositivo protesico uditivo più idoneo, entro tre mesi dalla diagnosi audiologica. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di esperti ha identificato tre principali raccomandazioni utili per migliorare lo sviluppo comunicativo del bambino attraverso il coinvolgimento della famiglia e il rafforzamento dell’alleanza terapeutica. Queste considerazioni costituiranno il punto di partenza per riflessioni e analisi più dettagliate che potranno dare luce a linee guida e indicazioni specifiche su come buone prassi di presa in carico di bambino con deficit uditivo e famiglia possano inserirsi e concretizzarsi nel reale panorama italiano.
Sulla base dei risultati dei programmi di screening uditivo neonatale attivi in diverse regioni italiane, si è resa necessaria una riflessione riguardo all’identificazione delle ipoacusie sfuggite al programma di screening neonatale, delle ipoacusie progressive o insorte dopo la nascita. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di esperti ha identificato tre principali raccomandazioni utili per ottimizzare l’attività di sorveglianza audiologica pediatrica nell’ambito del Servizio Sanitari Nazionale. Il pediatra di famiglia è riconosciuto come la figura chiave per il monitoraggio delle capacità uditive e dello sviluppo del bambino.
L’obiettivo dello screening uditivo neonatale universale è di ottenere una diagnosi precoce di ipoacusia congenita. Non appena confermata la perdita uditiva, è necessario intervenire dal punto di vista riabilitativo. Nell’ambito del progetto del Ministero della Salute CCM 2013 “Programma regionale di identificazione, intervento e presa in carico precoci per la prevenzione dei disturbi comunicativi nei bambini con deficit uditivo” un gruppo di professionisti appartenenti a centri di terzo livello con un programma regionale di screening uditivo neonatale, ha analizzato i limiti e i punti di forza dell’attuale impostazione dei programmi regionali di screening uditivo neonatale mediante l’analisi SWOT e la realizzazione di una matrice TOWS. Alcune criticità sono rappresentate dalla copertura dello screening e dal numero di persi allo screening. Sono state sviluppate raccomandazioni volte a migliorare l’efficacia di tali programmi. Sono emerse la necessità di una regolamentazione uniforme dei programmi di screening a livello regionale e nazionale, e il bisogno di ricevere informazioni e formazione aggiornate, di alta qualità, e condivise per familiari e operatori.
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