L’articolo esamina con un approccio partecipativo la festa di Ganesh e il ruolo che gioca nell’appaesamento di alcuni migranti mauriziani a Palermo, mediando tra il tessuto urbano e la comunità migrante. Il Ganpati celebra la mobilità, sia geografica che sociale, dei devoti mauriziani, connessi alle proprie reti affettive transnazionali grazie all’uso dei social media. La comunità devozionale ha reagito alle limitazioni dovute alla pandemia da Covid-19 con un processo di “domesticizzazione” della festa, che ha preservato gli aspetti fondamentali del rito. La festa si sviluppa attraverso una rete relazionale che coinvolge tutta la comunità grazie alla solidarietà collettiva delle donne; d’altro canto, il prestigio rituale attiva la competizione e catalizza nel contesto festivo le fratture e le intersezioni del gruppo. Gli spazi devozionali induisti vengono creati rifunzionalizzando segmenti marginali della città, e producono reazioni ambivalenti da parte del resto della cittadinanza.
Attraverso una ricerca etnografica basata sulla partecipazione alla pratica pellegrinale dell’acchianata, l’articolo racconta la devozione a Santa Rosalia di alcuni mauriziani induisti residenti a Palermo. Il saggio integra la letteratura esistente sulla partecipazione dei gruppi migranti al culto di Santa Rosalia presentando le specificità delle pratiche rituali dei devoti induisti mauriziani a partire dalle caratteristiche del loro contesto di partenza. I soggetti della ricerca includono la santa, divinità del territorio di arrivo, nella logica e nelle dinamiche del culto alle divinità femminili induiste, sulla base delle analogie tra la tradizione cultuale palermitana e le esperienze religiose della società postcoloniale mauriziana. La Santuzza e la sua montagna sacra sono adottate come mediatrici divine dei nuovi problemi e desideri connessi alla mobilità: i soggetti migranti incorporano gesti e simboli rituali cattolici nel loro dialogo votivo con Santa Rosalia, stabiliscono una connessione affettiva e spirituale con la città di Palermo attraverso lo spazio sacro di Monte Pellegrino, e rivendicano il diritto devozionale al miracolo per facilitare processi quali l’apprendimento della lingua italiana e l’aspirazione a una maggiore mobilità sociale. Il rapporto con Santa Rosalia entra nell’intimità dei devoti, fornendo loro uno spazio creativo di costruzione di nuove forme di appartenenza transnazionale e allo stesso tempo un’interfaccia privilegiata con la nuova città e i suoi abitanti.
Ganpati. Sacred in the Making explores the celebration of the Ganesha festival in Palermo, Italy, from the point of view of a woman of Mauritian origins and the ritual community gathering at her temporary shrine. The camera is absorbed in the sacred performance as a ritual tool, conveying the sensory experience of participating in the rite. Merging into musical and sonic performances of devotion, this film is a multimodal engagement with the construction of migrant spaced spaces and the resonances of this process in the urban social fabric.
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