The behavior of the free fraction of valproic acid (VPA) was evaluated during long-term treatment of 24 children (9-18 months of age) with febrile convulsions. A series of relevant hematological parameters was monitored for the entire observation period (12 months). VPA plasma levels ranged from 54.3 +/- 26 to 66.6 +/- 32.8 micrograms/ml. The unbound fraction of the drug was determined in tears, which has been shown to be the best practical indicator of the free portion of an anticonvulsant drug, and ranged from 5.1 +/- 4.0 to 6.1 +/- 4.3 micrograms/ml. The tear/plasma ratio (and hence the free/total ratio) ranged from 9.3 to 9.7, in agreement with literature data. No significant variations of VPA plasma and tear levels, and therefore of the tear/plasma ratios, were ever observed. The hematological data revealed no significant alterations during the entire observation time, although some of the variables did fluctuate. Side effects were mild and temporary. The present report indicates that VPA has no particular toxic effect in young children treated for the prevention of febrile convulsions.
L'ernia del disco è la fuoriuscita di sostanza nucleare del disco intervertebrale dall'anulus fibroso in cui è contenuta; oltre il 95% delle ernie discali lombari avviene a livello di L4-L5 o a livello di L5-S1. L'ernia acuta del disco è di solito caratterizzata dall'insorgenza improvvisa di un dolore lombare e di un dolore radicolare all'arto inferiore. Si possono distinguere le ernie, in base al quadro anatomo-patologico, in ernia contenuta o ernia espulsa. In base alla sede topografica invece possiamo distinguere le ernie postero-laterali, le ernie paramediane, le ernie laterali e le ernie mediane o centrali [1]. I pazienti con ernia del disco lombare sintomatica trattata chirurgicamente hanno un rischio 10 volte superiore di sviluppare una successiva ernia discale rispetto alla popolazione generale [2]. Per proporre un corretto approccio terapeutico di tipo riabilitativo all'ernia discale occorre conoscere i dati strumentali e clinici ed eseguire un'attenta valutazione clinica e funzionale. Una volta impostato il piano di trattamento, bisogna illustrarlo al paziente, in modo da creare una collaborazione il più possibile proficua ai fini della guarigione. Scopi del trattamento riabilitativo sono il controllo del dolore, la stabilizzazione del rachide, il miglioramento della motilità attiva e della qualità di vita; per raggiungere tali obiettivi è necessario impostare un programma che agisca su più fronti, avvalendosi di metodi che siano complementari fra di loro, creando un vero e proprio approccio riabilitativo multidisciplinare. Controllo del doloreIl dolore può essere molto intenso, tanto da costringere il paziente all'allettamento, spesso in posizione supina con gli arti inferiori flessi. Il riposo è indicato nelle forme più acute, ma deve essere limitato a qualche giorno per evitare l'atrofia muscolare che può favorire ulteriormente la lombalgia. Si può iniziare un trattamento con TENS con il paziente in posizione prona o sul fianco; in alcuni casi sono indicate anche trazioni lievi di I grado [1]. Quando il dolore si è ridotto, per diminuire le contratture muscolari si può iniziare un programma di massoterapia; i massaggi devono essere leggeri nelle prime sedute, un po' più energici con il passare dei giorni: il massaggio infatti non deve fare aumentare il dolore, perché altrimenti le contratture muscolari possono ricomparire e il paziente può fare più fatica a rilassarsi durante la seduta ( Fig. 1). Eventualmente si possono associare le TENS, la magnetoterapia o la più recente TECAR-terapia, prima o dopo la massoterapia, per aumentarne il potere analgesico. Utili possono essere anche le trazioni o le autotrazioni vertebrali lombari meccaniche (Fig. 2), consistenti nell'applicazione di forze che agiscono in senso opposto sui segmenti dell'apparato locomotore; questo determina un allontanamento dei corpi vertebrali fino a 2 mm, con stiramento delle strutture muscolari e legamentose e ampliamento dei forami di coniugazione. Questo allontanamento facilita la lubrificazione articolare e, in alcuni casi, il r...
Este artículo es producto de una investigación acreditada en la Universidad Nacional de La Plata, Argentina, sobre la relación entre sueño y acto y se centra en el sueño paradigmático de Freud. El trabajo apunta a mostrar que dicho sueño revistió para Freud el valor de un acto. Se parte de una distinción establecida por Gabriel Lombardi entre dos tipos de autorreferencias, de las cuales una es característica del acto, único caso en que, para Lacan, el significante está tan próximo como es posible de significarse así mismo. Con este fin, se realiza un sucinto análisis de las circunstancias biográficas de gestación de este sueño y se analizan algunas autorreferencias contenidas en el texto onírico.
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