Considering cyberbullying as a challenging frontier of analysis in the social sciences, we find ourselves today with the duty to analyze it within a much broader social context. Indeed, we must take into account the logic of exclusion, as a fact. Today, in the logic of how the Internet works, a thin line separates the victim from the perpetrator; this is also due to the Internet we know today, made up of a mass and a headless power. Trying to amplify this dichotomy, we can say that today we live in the era of the so-called "ban-opticon" (or the logic of prohibition). This logic ranges from simply removing Facebook friends from the list, to excluding sources of knowledge. This article has focused on the discussion of cyberbullying by applying an interdisciplinary approach from sociology to psychology, with the analysis of important aspects such as empathy, hyperconnection, individualization. The concept of empathy, studied several times through the terms Verstehen and Einfuhlung, has today been explored by many parties. In fact, the term Empathy has been used to describe sympathy or compassion. The interdisciplinary approach allows a broader and more innovative analysis to better understand the phenomenon of cyberbullying and to conceptualize new intervention strategies in the social and educational fields to open new frontiers in research.
La psichiatria, che nel corso dei secoli ha dovuto superare non pochi pregiudizi prima di entrare a pieno titolo entro i confini precisi e ben delineati della scienza medica, ha conosciuto, per questo, vari momenti critici, dove si sono intrecciati interpretazioni, spiegazioni e approcci terapeutici spesso contrapposti, alcuni derivabili da ambiti culturali, tutt'altro che scientifici. La parola psichiatria deriva dal greco e significa cura dell'anima, termine che di per sé esprime uno scopo di notevole ambizione, nonché, un percorso difficile ed un traguardo non facili da raggiungere, senza un bagaglio culturale, che vada ben oltre le informazioni esclusivamente fornite dalla biologia. Comunità umane antiche riferivano la malattia mentale a particolari legami con la divinità o il demone di turno. Nonostante tutto, il pensiero greco aveva già indicato alcune cause naturali nella presenza di malattie mentali nell'individuo. Fu Ippocrate il primo a parlare di cause organiche, definendo i famosi quattro stati temperamentali precisi: il malinconico (eccesso bilioso), il collerico (eccesso di bile gialla), il flemmatico (eccesso di flegma) ed il sanguigno (eccesso di sangue). Da allora la psichiatria ha continuato a conoscere nel tempo modalità di studio, considerazioni e speculazioni di varia natura, che l'hanno collocata, a volte, un po' ai margini dei canoni classici delle scienze esatte. La colpa di tutto ciò non risiede tanto nelle caratteristiche del suo oggetto di studio, influenzate da un connaturale pluralismo fattoriale, quanto nel radicalismo
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