Sn i+ , Hf i+ , costituiscono, a quanto risulta dall'esame microscopico dei loro cristalli e dalle loro formule chimiche, una serie isomorfa cubica, nella quale si devono probabilmente aggiungere quelli di Ge i r c di Th i+ , non ancora preparati, e quello di U i+ che è già stato ottenuto sotto forma di piccoli cubottacdri (1).L'interesse della determinazione strutturale di questo gruppo è grande tanto dal punto di vista cristallografico, quanto da quello chimico, poche non è stata compiuta finora per nessun composto contenente il radicale acido P 2 0 7 4 per il quale la struttura coi raggi X non ha quindi dato ancora una formula di struttura che convalidi quella proposta dalla chimica (vd. avanti).
I. l'reparazione.I'. Hautefeuillo e J. Margottet (2) hanno mostrato che l'acido fosforico si combina colla silice per dare un prodotto cristallizzato, polimorfo, che considerato da questi Autori come pirofosfato di silicio, SiP207, o, scritto nei rapporti stechiometrici, SiO^P^O-, sarebbe più esattamente un metafosfato di silicile, Si0(P03)2, secondo Hüttner (3). Sopra 400° l'acido fosforico agisce su tutte le varietà di silice per dare questo composto. Secondo Hautefeuillo e Margottet, mescolando a freddo l'acido con del gelo di silice preparato per idrolisi del fluoruro di silicio, e portando il miscuglio a. 260° in crogiolo di platino, si scioglie circa il 5% di silice.Le forme allotropiche del prodotto che si ha disidratando questa soluzione con un riscaldamento prolungato a diverse temperature, si susseguono nell'ordine seguente :1. Sotto i 260° precipitano dei dischi appiattiti, di altezza circa 1 ¡ l del diametro, fortemente rifrangenti, decomponibili in acqua ma non in alcool.2. A 360° si formano lamine esagonali, molto sottili, debolmente birifrangenti, più resistenti all'azione idrolizzante dell'acqua. Si distinguono dalla tridimitc, a cui rassomigliano fortemente per l'abito cristallino, perchè sono decomposte da nitrato d'argento fuso, con formazione di fosfato d'argento.3. Riscaldando bruscamente la soluzione a 700°, essa lascia depositare dei cristalli monometrici (cubottaedri) perfettamente isotropi ed insolubili in acqua.4. Infine una soluzione meno ricca di silice dà, verso 1000°, dei prismetti monoclini, fortemente birifrangenti, inattaccabili dall'acqua.Le analisi fatte decomponendo il prodotto per fusione con nitrato d'argento e separando il fosfato formatosi, sciogliendolo in acqua leggermente nitrica, dalla