To explore whether or not patients with schizophrenia display a more profound impairment of negative emotion processing, we assessed the implicit evaluation of positive and negative emotional stimuli. Twenty patients with schizophrenia (9 paranoid, 11 non-paranoid) and 22 normal controls were instructed to classify emotional pictures according to the intrinsic valence if the pictures were black and white. If the stimuli were color-filtered, participants were instructed to press the positive/negative response key according to the extrinsic valence (assigned valence of color). The error rates of the color-filtered stimuli were used as dependent measures. Normal controls made more errors on trials of the positive pictures when the correct response was the negative response key than when the correct response was the positive response key. The reverse was true on trials of the negative pictures. Patients with schizophrenia, especially paranoid schizophrenia, committed more errors in trials of the positive pictures when the correct response key was the negative response key. However, the reverse was not true on trials of the negative pictures. These findings suggest that patients with paranoid schizophrenia might suffer from an impaired ability to evaluate negative emotions and have a loosening of association within their negative emotional networks.
In questo studio retrospettivo, abbiamo confrontato i benefici oggettivi e soggettivi degli impianti attivi dell’orecchio medio (AMEI) rispetto alle tradizionali protesi acustiche (HA) nei pazienti con perdita dell’udito per le frequenze acute. Trentaquattro pazienti con ipoacusia neurosensoriale sono stati trattati con l’impianto di AMEI. Tra questi, sei avevano un audiogramma “in discesa” con perdita dell’udito per le frequenze acute, ed avevano usato per più di sei mesi HA. È stata quindi eseguita una valutazione oggettiva, tramite l’audiometria tonale e il test di riconoscimento delle parole, una versione coreana del “Hearing in Noise Test” (K-HINT), ed una valutazione soggettiva tramite il seguente questionario: Abbreviated Profile of Hearing Aid Benefit (APHAB). I pazienti sono stati sottoposti ai suddetti test in tre occasioni distinte: 1) prima della chirurgia, senza protesi; 2) prima della chirurgia, con HA; 3) tre mesi dopo l’impianto di AMEI. Il guadagno medio per le alte frequenze (≥ 2 kHz) si è rivelato migliore con AMEI che con HA. Sebbene il risultato non ha raggiunto un livello di significatività statistica, gli impianti attivi dell’orecchio medio hanno mostrato un punteggio di riconoscimento delle parole superiore rispetto a HA. Ad ogni modo, il livello di comoda udibilità al quale il punteggio di riconoscimento delle parole è stato testato si è rivelato significativamente più basso con AMEI rispetto ad HA. Al K-HINT i pazienti con AMEI hanno mostrato un migliore riconoscimento rispetto ai risultati ottenuti con HA, sia in condizione di quiete sia di rumore. Gli score APAHB hanno rivelato che i pazienti erano più soddisfatti con AMEI. L’uso degli impianti attivi dell’orecchio medio in pazienti con perdita dell’udito per le frequenze acute ha permesso di ottenere risultati migliori rispetto all’utilizzo delle protesi tradizionali. Basandoci su questi dati, gli AMEI hanno offerto risultati oggettivi e soggettivi migliori, e pertanto, potrebbero rappresentare una valida alternativa per il trattamento delle ipoacusie con audiogramma in discesa.
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