Maxillofacial departments in 23 surgical units in Italy have been increasingly involved in facing the COVID-19 emergency. Elective surgeries have been progressively postponed to free up beds and offer human and material resources to those infected. We compiled an inventory of 32 questions to evaluate the impact of the SARS-COV2 epidemic on maxillofacial surgery in 23 selected Italian maxillofacial departments. The questionnaire focused on three different aspects: the variation of the workload, showing both a reduction of the number of team members
Objective. The acronym MRONJ has been created in order to identify “Medication-Related Osteonecrosis of the Jaw,” observed after the use of Bisphosphonates, RANK ligand inhibitor, and antiangiogenic medications. Only a case of osteonecrosis of the jaw in a Chron's disease patient following a course of Bisphosphonate and Adalimumab therapy has been recently described, so that it has been supposed that also this medication could promote manifestation of osteonecrosis. Clinical Case. On August, 2014, a 63-year-old female with a history of idiopathic arthritis treated with medical treatment with Adalimumab from 2010 to 2013 presented referring pain in the right mandible. Results. This patient presented with nonexposed osteonecrosis of the jaw after placement, on September, 2010, of four titanium fixtures in the mandible. Conclusions. The authors suggest that the biologic therapy with an anti-TNF-α antibody might promote the manifestation of osteonecrosis and compromise oral healing capacity of the bone.
Nonostante la chirurgia rimanga lopzione di scelta nel trattamento della displasia cranio-facciale (CFD) una volta che losservazione clinica sia stata esclusa, resta controverso il tipo di intervento (rimodellamento contro resezione radicale). Lo scopo di questo lavoro è di rivedere criticamente la nostra esperienza fino al 2013 confrontando la gestione CFD tra il 1980 e il 2002 e tra il 2003 e il 2013 e di proporre il nostro algoritmo chirurgico. Dal gennaio 2003 al dicembre 2013, 41 nuovi pazienti (18 maschi e 23 femmine) con diagnosi di CFD sono stati considerati. I dati sono stati confrontati con quelli di 95 pazienti che sono stati osservati e / o trattati tra il 1980 e il 2002. Considerando lultimo periodo abbiamo notato che losservazione clinica (26/41 pzt) è stato il metodo più utilizzato; una resezione radicale è stata eseguita in molti casi (8/15 pzt), ma in proporzione il numero di pazienti sottoposti a rimodellamento è aumentato (6% vs 15%), mentre è stato osservato una diminuzione del numero di pzt sottoposti escissione (63% vs 19%). Su queste basi, riteniamo che la resezione radicale rimanga lunica tecnica per ottenere la risoluzione della displasia fibrosa. Losservazione clinica è indicata in caso di lesioni stabili. Le moderne tecniche ricostruttive consentono di ottenere adeguati risultati estetici e funzionali in caso di resezione radicale; tuttavia, nella maggior parte dei casi si rendono necessarie ulteriori procedure ed i tempi di recupero sono superiori, cosicchè la maggior parte dei pazienti preferiscono eseguire il rimodellamento. Nonostante tutto, in caso di lesioni aggressive la resezione radicale è mandatoria, tranne che in pazienti pediatrici in cui tale intervento comporterebbe estesi difetti residui: in tali casi può essere accettabile effettuare un rimodellamento riservando trattamenti più demolitivi in caso di recidiva o dopo la maturità scheletrica.
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