El cardenal Carvajal reunió en su residencia de Roma una colección arqueológica como signo del prestigio y poder que había alcanzado en su faceta político- eclesiástica, pero también en su perfil de humanista y mecenas. A través de dos fuentes anticuarias de la época, la llamada Nota d’anticaglie (1499-1501) y los códices de Pietro Sabino (c. 1490-1495), se propone una reconstrucción de la colección arqueológica de Carvajal, incluyendo la identificación de las inscripciones mediante el número de CIL, y se plantean algunas hipótesis sobre su posible participación en las excavaciones de Villa Adriana. Igualmente, se aborda la discusión en torno a la presencia en las fuentes anticuarias de un sarcófago romano perteneciente a un orator Hispaniarum, lo que confirma no solo la tendencia entre las elites hacia el incipiente coleccionismo, sino también la importancia de las antigüedades como medio de autorrepresentación para los cardenales y embajadores españoles afincados en Roma.
La Porta Borgiana di Civita Castellana (Viterbo, Italia), eretta alla fine del XV secolo in onore del cardinale Rodrigo Borgia, venne costruita grazie allo smantellamento di un monumento funerario romano, dal quale venne estratto un insieme di materiali marmorei per decorare l'arco. L'iscrizione sulla porta chiarisce l'origine di tali pezzi, i quali appartenevano alla tomba di Publius Glitius, uno dei protagonisti della congiura di Pisone. Sulla base dello studio dei materiali, spoliati e riutilizzati nella Porta Borgiana e in altri siti del comune di Civita Castellana, nei pressi della città di Falerii Novi, presentiamo un approccio al monumento funerario in questione, fornendo nuovi dati sull'identificazione del personaggio e sulla possibile ubicazione della tomba. Allo stesso tempo, l'analisi della costruzione della Porta Borgiana ha permesso di metterla in relazione con la propaganda politico-ideologica di Rodrigo Borgia, basata, in parte, sull'uso dell'antichità classica, quale strumento di legittimazione dinastica e territoriale.
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