RiassuntoFin dalla sua comparsa, la sequenza del Dies irae ebbe una posizione ambivalente, e con il suo immaginario angoscioso, irrevocabilmente legato all’apocalisse di Giovanni, è presto diventata una cifra del giudizio universale, lasciando profonde tracce nella storia della mentalità medievale. Nel contesto della messa da requiem tuttavia i compositori la integrarono fin dal Cinquecento, attraverso l’impiego di simbologie celesti, nel concetto dell’armonia, nel quale entrarono anche processi di soggettivazione e una nuova dinamica della creatività.
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