Il presente lavoro ha l’obiettivo di condividere con la comunità scientifica, le riflessioni sorte all’interno di un Gruppo di Lavoro sul tema delle Cure Palliative costituito nell’Ospedale S. Giovanni Calibita dell’Isola Tiberina di Roma. Ci si è chiesti: come si muore in Ospedale? Che attenzione c’è nei confronti del paziente non guarito e destinato al trapasso in termini medio brevi? Le cure palliative possono essere di ausilio in questa fase di assistenza? Come modificare le abitudini consacrate di un ospedale per acuti e come indirizzare le stesse verso una maggior attenzione al problema delle cure di fine vita? E poi: il supporto palliativo deve restare destinato a coprire solo le ultime fasi della vita o intervenire anche prima? Lo stato dell’arte dimostra quanto ancora sia lontano lo sviluppo di una corretta mentalità di approccio al tema in discussione in ambiente ospedaliero e, fatto salve alcune virtuose eccezioni, ancora tende a distinguersi la fase puramente interventistica dell’azione sulla malattia da quella più attenta al controllo dei sintomi posticipata ad un momento successivo e distinto dall’intervento causale. Molto resta da fare in ambito ospedaliero ed il pensiero comune tra i componenti del gruppo è che solo attraverso una adeguata formazione, si può orientare la preparazione del personale verso una cultura diversa che permetta di guardare al paziente nella sua interezza ampliando la prospettiva che fa sì che ci si occupi solo della sua malattia. L’articolo riporta le riflessioni dei componenti del gruppo di lavoro rappresentanti di diverse unità operative e di vari servizi trasversali i quali, con oggettività e trasparenza, propongono una lettura critica dell’attenzione al tema delle cure palliative nelle unità operative di appartenenza. ---------- This work aims to share with the scientific community, the reflections arising within a Working Group on Palliative Care in Tiber Island Hospital – S. John Calibita – in Rome. The questions were: How people die in the hospital? What’s the approach to the patient not healed but nearly to die? Can palliative care be an aid in this fase of assistance? How can we change legitimate routines and modifying them to the issue of end of life care in acute-care hospitals? Can palliative support be intended only in the last stages of life or intervene before? The state of the art is far away from the development of a correct approach regarding palliative care in hospitals and except for a certain exceptions, it still tends to stand out on the stage of the disease interventional purely than the most careful control of symptoms. From the point of view of the group much remains to be done in the hospital especially aiming, with proper training, a different culture that allows to look at the patient as a whole and not just the disease. The article reflects the opinion of the working group who represents the different Operative Units and Cross-Services in our hospital. They propose a critical “reading” about palliative care according to their personal experience.
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