RE´SUME´: Croiser l'histoire de la lecture et l'histoire du genre implique des enjeux méthodologiques qui sont discutés dans cet article à partir de cas concrets situés dans le contexte de l'Italie de l'époque moderne. La signification de la circulation et de la consommation de textes ainsi que les tentatives pour contrô ler le savoir et le comportement à travers, d'une part, des interdictions explicites et, d'autre part, des offres de lectures adéquates sont ici considérées en tenant compte du genre des auteurs et des lecteurs. Il semble, en effet, que l'écrit joue à partir du XVI e siècle un rô le de plus en plus important dans la structuration de la relation entre hommes et femmes. Les sources montrent que la lectrice, destinataire consciemment construite comme influençable, pouvait néanmoins se libérer des formes de contrô le visant ses lectures. La double approche retenue permet de lire autrement des textes normatifs et tient compte des possibilités d'appropriation créative : la question de l'interdépendance entre production et réception des textes peut ainsi être revisitée.MOTS-CLÉ S : lectrice, histoire de la lecture, histoire du genre, Italie.ABSTRACT : The connection between the history of reading and gender is made using a range of methodological perspectives, each illustrated by analysing concrete examples from the early modern Italian area. The significance of the circulation and reception of texts as well as the various attempts to control knowledge and behaviour via censorship and availability of reading material will be considered. In fact, since the XVI th century, written texts seem to play an increasingly influential role in defining the relationship between men and women. The figure of the early modern woman reader appears in literature sources as both a consciously constructed and easily influenced addressee, who nevertheless may still behave in a way different to that intended by the authors. This double approach facilitates the reading of normative texts from a new perspective that takes into account the possibility of creative adaptation and enables the question of interdependence between the production and reception of the written word to be reconsidered.

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Ricomponendo i discorsi pronunciati davanti al tribunale dell’Inquisizione veneziana dalla difesa e dall’accusa si cerca di dedurre in che termini venisse considerato chi sapeva leggere e quale influenza si riteneva che questa capacità esercitasse sull’identità morale, intellettuale e religiosa di una persona. La capacità di saper leggere, connotata positivamente in altri contesti (ad esempio dagli umanisti), era considerata dal tribunale dell’Inquisizione uno strumento ambiguo. Si osserva come la Chiesa fosse riuscita ad influenzare l’immaginario dell’epoca sul tema delle letture. I dettagliati e minuziosi interrogatori ci tramandano da un lato la difficoltà di stabilire chiaramente l’identità eretica o ortodossa di un lettore o di una lettrice (e quindi quanto fosse problematico giungere ad un giudizio semplice e veloce), dall’altro le misure prese per identificare la «qualità » della persona.

La Vita e morte della Serenissima Principessa di Parma e Piacenza, Maria di Portogallo, ci permette di prendere in considerazione la ricostruzione letteraria di una vita femminile esemplare secondo gli ideali propagati dalla chiesa dopo il concilio tridentino. L’autore, il gesuita Sebastia ˜ o Moraes, padre confessore di Maria, costruì molto consapevolmente un modello da imitare scegliendo episodi particolari e stilizzandoli secondo i canoni del racconto agiografico. Editori e stampatori ripresero successivamente il suo testo e lo resero accessibile a un pubblico molto vasto, articolandone la forma, aggiungendoci riferimenti e commenti. Questi tentativi di promozione e trasmissione di un specifico modello, ci mettono in grado di rilevare l’importanza attribuita in prima epoca moderna alla prassi della lettura femminile per la diffusione dei valori della Riforma cattolica.

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