L'argomento di questo fascicolo ha lo stesso tema della V^ Settimana di eccellenza promossa e realizzata dal Dipartimento di Scienze della formazione, dei beni culturali e del turismo dell'Università degli Studi di Macerata nel mese di ottobre dello scorso anno 2021.Eventi culturali, queste Settimane, di pregevole fattura euristica e di alta formazione, rivolti contemporaneamente al mondo accademico e della ricerca, ma anche agli studenti eccellenti del Dipartimento, nell'ottica di rinforzare, continuamente e progressivamente, la comunità degli studiosi in erba e di quelli già consolidati. Com'è, del resto, nella migliore tradizione, e particolarmente nello spirito iniziale, delle università europee: culla di tutte quelle che poi sorgeranno nel mondo, sin dai loro albori. Ormai quasi 900 anni fa e subito dopo. Da Bologna a Oxford ecc. Dal 1200 al 1300, e in avanti. Quando, addirittura, il rettore eletto era lo studente maggiormente meritevole e più accreditato.Il sottotitolo di questa Settimana di eccellenza, e che ripetiamo implicitamente per questo fascicolo, come testimoniato dai contributi qui ospitati, era: "Reti per l'innovazione e l'inclusione"."Rete" o "reti", di cui non può non essere nutrita, reticolarmente, la ricerca: il suo contesto, la sua dimensione e i suoi vettori. E quella scientifica: pura o applicata che sia, in specie.Con due prospettive o traiettorie di marcia, quelle sopra citate, presenti da sempre nel DNA del Dipartimento in questione, e a monte delle Facoltà e delle strutture scientifiche che l'hanno preceduto prima della L. n. 240/2010: e, cioè, innovare e includere.Inclusione che è un processo civile, democratico, istituzionale e nondimeno intelligente, tipico di ogni realtà seria e autenticamente dinamica. Ivi avvalorato dall'ideale comunitario cui abbiamo fatto poc'anzi riferimento.Inclusione che, tuttavia, non deve essere confusa con l'assoggettamento a un insieme di valori o con una visione acritica del "qui ed ora".